Come polvere o vento

Come polvere o vento

copertina
anno
2009
Collana
Categoria
pagine
104
isbn
978-88-6266-185-0
11,40 €
Titolo
Come polvere o vento
Prezzo
12,00 €
ISBN
978-88-6266-185-0
nota
Introduzione di Giulio Ferroni
Questo volume raccoglie un prezioso e casuale ritrovamento: oltre 60 poesie di Alda Merini inviate alla casa editrice Manni negli anni Ottanta, su suggerimento di Maria Corti, mai pubblicate e sepolte negli archivi dei manoscritti.
Si tratta di liriche straordinarie, tre le più intense e passionali della poetessa, che toccano tutti i suoi mondi interiori: l’amore, le donne e gli uomini (tra tutti, quelli della famiglia Pierri), il disagio mentale, la solitudine, il dolore con in più una vena satirica e irriverente che è assieme intento personale e poetico.
Un libro da annoverare tra i più significativi di Alda Merini, curato e introdotto dal critico letterario Giulio Ferroni.
 
 

Come polvere o vento

Se la mia poesia mi abbandonasse
come polvere o vento,
se io non potessi più cantare,
come polvere o vento,
io cadrei a terra sconfitta
trafitta forse come la farfalla
e in cerca della polvere d’oro
morirei sopra una lampadina accesa,
se la mia poesia non fosse come una gruccia
che tiene su uno scheletro tremante,
cadrei a terra come un cadavere
che l’amore ha sconfitto.

Dall'introduzione
La poesia di Alda Merini si è sviluppata in un flusso continuo, che ha la qualità di un modo di porsi nel mondo: offerta di sé al ritmo indefinito della quotidianità, in una ininterrotta costruzione di rapporti, di possibilità che variamente si intrecciano, si confondono, si sovrappongono, si infittiscono e si districano; presenza dentro il corpo e in mezzo alle cose, ricca certo di sapienza e di passione, intessuta di molteplici echi della cultura e del mito, di suggestioni di un mondo lontano, di parole perdute e indecifrabili, ma tutta esaltata, consumata, bruciata, nel suo darsi, nel suo offrirsi all’occasione, canto e vocalità in totale abbandono, dono divino caduto nella banalità del presente, ma pronto comunque ad accendersi anche in quella banalità, a brillare nonostante tutto, tra gioia e disperazione, tra la più nuda esposizione di sé e il trucco più sontuoso e splendente. 
                  Giulio Ferroni