Il post-informale in Venanzio Marra
Il post-informale in Venanzio Marra
Venanzio Marra, architetto formatosi a Venezia, è nato nel 1972 e vive a Montesano Salentino. La sua produzione artistica si concentra su un’anti-arte che rielabora l’espressionismo, l’informale e le avanguardie del Novecento fino a nutrirsi di motivi che provengono dalla pop art, dall’arte povera e dal gusto per il mondo degli scarti e delle macerie.
Il suo sguardo si rivolge ad un cimitero di rovine e frammenti, non per sublimarle esteticamente, ma per farle resuscitare dall’oblio attraverso una significazione critica. Artista di periferia, lontano dalle grandi gallerie e dai mercanti d’arte, grazie al montaggio di materiali-spazzatura e rifiuti, costruisce una narrazione allegorica dalle profonde implicazioni esistenziali ed emancipative.
Questa la visione essenziale dell’interpretazione delle opere di Venanzio Marra delineata da Donato Margarito che allarga la sua riflessione sull’arte contemporanea in un confronto serrato con Danto, Cesare Brandi, Duchamp, Bauman, Aby Warburg, Lionello Venturi e Argan.