Claudio Morandini, Rapsodia su un solo tema

11-12-2014

Il parere di PB, di Margherita De Simone

"Nel 1996 Ethan Prescott, giovane compositore di Philadelphia, si reca più volte in Russia a incontrare l’anziano collega Rafail Dvoinikov, per una lunga intervista che è anche l’omaggio di un discepolo nei confronti di un maestro quasi dimenticato. Il titolo del progetto, Rapsodia su un solo tema, rimanda a una delle partiture più emblematiche di Dvoinikov. (...) Schiudendosi come una matrioska, questo romanzo combina tentativi di saggio, pagine di conversazioni e di diario, verbali di interrogatori, trascrizioni da un pamphlet settecentesco, per raccontare di musicisti che parlano di altri musicisti che raccontano di altri musicisti che immaginano la vita di altri musicisti ancora."
Il romanzo di  Morandini  è un viaggio poroso  che filtra  da  spigoli affilati  le tossine d’ una cronaca di  censura aspra, che insiste su una storia di musica per intenditori. Storicamente attendibile, è il  calco del diario di Prescott che va in Russia, per intervistare  Dvoinikov, ma scoprirà anche, come succede per ogni viaggio,  il mondo sconosciuto di un altro se stesso.  Le conversazioni con il vecchio musicista, rimettono insieme i frammenti di infanzia, affermazione  artistica ed eventi dolorosi della sua vita, che arrivano fino al presente di vecchiaia.
Il libro risuona di un’eco, che per questa  volta, non può accontentarsi  dello spazio di una sola anima, perché parla di musica che ha segni scritti  nell’aria,  ed è perciò   ovunque e di chiunque.Degni di trascrizione sono i due seguenti passi, che assolvono la  lettura  e compiono la scrittura:“Scrivere note  in fondo compromette  assai meno che scrivere parole, le parole hanno una loro concretezza, se messe assieme in modo sbagliato provocano danni disastri o almeno equivoci.”“Lo stato d’animo in cui sono tenuti i sudditi dei regimi dispotici è un perenne senso di colpa,in cui l’unica costante è la percezione d’instabilità.”Dvoinikov  lascia l’impronta di un guerriero silente che non si piega al silenzio imposto dal regime, o peggio si lascia strumentalizzare da esso,  trova invece un accesso che possa dare un senso alla propria creatività e quindi alla vita.
“Su quante strade deve camminare un uomo prima di meritare questo nome? Quanti anni può durare la montagna prima di scomparire nel mare? La risposta amico, la sussurra il vento, la risposta la sussurra il vento….” Bob Dylan