Al fratello
Al fratello
PRIMI VERSI
Alba
Sì, ho amato una volta,
molto tempo fa.
E il cielo si fa livido.
Come un frinire,
piccolo
nei penosi luoghi
del cuore.
Inconsistenza color ocra.
Poi,
quasi bruscamente
scaturisce un incendio purpureo,
in uno sbattere così assordante di cose.
Fine del nostro attimo futuro.
Un viola-indaco
scevro di ogni promessa.
Ipotesi.
Convinzione.
Continuare, mio malgrado
ad amare.
Succedaneo del tempo.
Del cielo,
dopo la nascita
e di tutte le mutilazioni possibili.
Cadavere di una immagine umbratile,
tanto cara.
Levity
Vorrei una chiesa
spoglia,
dove le mie mani
possano sentirsi
nude
portate al viso,
senza vergogna.
E in quel coraggio,
godere
dell’unica sensazione
di intimità
che riconosco.
Immaginare una ritualità
del battito cardiaco.
Smarrire gli occhi
fin quando l’anima mia
impara dove ricondurli.
E sdraiare
quella calma
di luce
dalle finestre
sopra il rumore sommesso
che fa la mia infanzia.
Gesso
a cadere dal soffitto
come a seppellire
la farfalla e il suo bozzolo
di colei trasmutata
in leggerezza.
Al fratello
Della bellezza
sono un fornitore
di cornici.
Ora.
Mentre il ticchettio
dell’orologio.
Mentre espiro.
Ora dalle mani,
esile pianto capovolto
a specchio
o a spirale
di te,
fratello serio.
Fratello umile
spaventato
fratello limpido
dagli occhi tristi.
Tristi di albe,
di cieli,
di lune,
di tramonti.
Di te fratello passato.
Fratello andato.
Sui compitini della scuola.
Nelle sere estive,
arrampicate sulle foglie
del salice bello.
Ginestra fragile.
Gelato di panna.
Stella di carta regalata.
Fratello muto,
attonito,
battezzato.
Esile figura mozza.
Agile gancio celeste.
Infantile catena,
piccola pena.
Sempiterna grazia
dell’agire esultante.
Mentre tu.
Mentre io.
Fratello, carissimo.