Anno Domini 1968
A più di un quarto di secolo, il giudizio sul Sessantotto è ancora assai controverso: fu uno psicodramma collettivo, mediante il quale si diede libero sfogo ai sentimenti repressi (Aron)? Oppure rappresentò un ritorno esplosivo alle ideologie utopistiche precedenti le rivoluzioni del 1848 (Touraine)? Furono anni di sogno oppure di piombo? Anche in sede storica il ’68 sembra essere proteiforme, un’autentica «epifania della molteplicità» (Eco). Sia per chi l’ha vissuto sia per chi non l’ha conosciuto direttamente, il ’68 si colloca in un immaginario collettivo entro il quale si ripresenta come un «enigma» dai molti volti, irriducibili ad una sola immagine che finirebbe per tradire la feconda e caotica capacità eruttiva.
Di tale complessità tenta di dare conto il presente volumetto, mediante una molteplicità di approcci curati da studiosi, testimoni e protagonisti del ’68, da Joan Baez a Mario Capanna, da Furio Colombo a Sergio Dalmasso, da Francesco Guccini a Fabio Minazzi a Zeynep Oral.