Come pietre nere sulla terra

Come pietre nere sulla terra

copertina
anno
2009
Collana
Categoria
pagine
56
isbn
978-88-6266-214-7
9,50 €
Titolo
Come pietre nere sulla terra
Prezzo
10,00 €
ISBN
978-88-6266-214-7
nota
Prefazione di Antonino Contiliano
Come pietre nere sulla terra è il luogo poetico di una riflessione che vuole fare i conti con il tempo proprio e le dinamiche psico-storico-culturali che lo movimentano, e con cui l’autore, motivato da lontano, ingaggia un dialogo che esprime con un linguaggio-pensiero nella posizione idiótes (propria/privata) della parola poetica ambigua/ambivalente, la cui qualità investe anche la parola del tempo (tempus/Kairòs).
Transcodificazione, reticenze, ambiguità, polisemia, iperconnotazione e ironia parodizzante, amalgamate con il livello fono-ritmico sono la chiave di lettura più aderente per avvicinarsi alla comprensione poetica.
          Antonino Contiliano
 
 
Gianluca Spitalieri è nato a Palermo nel 1980. Si è laureato in Lettere classiche con una tesi in Storia della critica e della storiografia letteraria. Attualmente frequenta il terzo anno di dottorato di ricerca in Italianistica presso il Dipartimento di Scienze filologiche e linguistiche dell’Università di Palermo. Si occupa di teoria della letteratura e di poesia contemporanea. Ha partecipato a diversi progetti internazionali, studiando a Malta, in Grecia, in Belgio e in Francia. Ha pubblicato la raccolta Poesia di parole (2001) e suoi componimenti sono presenti in riviste nazionali e internazionali.

PRIMI VERSI

Ho fatto a pugni con dio questa notte
strappandogli preghiere e lacrime.
Partorirai con dolore e soffrirai in silenzio.
Anche tu partorirai, proprio tu.
 
Ho preso a calci la parete della mia camera
ma il piede rimbalzava indietro come
ogni dannata parola.
Raccoglierai i nidi di rondine sui canali
e li offrirai al tuo dannato fratello.

Del tutto assente il principio e lo comprendo.
Si sta come pietre nere sulla terra.

***

Su quella tua lastra di marmo colma di vita
ripasso a memoria la mia infanzia
pochi fiori fanno da altare ed io dico messa
ma mento ai fedeli alle mie spalle.
Su quella stessa lastra di marmo ripongo
le mie tue fatiche. Sgrano coralli chiusi in pugno.

Daddada ppapappa ttututu rrara

Quanta fatica nelle parole...
ripeto ogni sera sulla fiammella accesa...
...mantenere costante l’intensità del fiato
sbattuto in faccia...

Per oggi ho ripassato abbastanza.