Presentato per la prima volta nel 1878, questo romanzo narra la resistibile ascesa sociale di un fantasioso eroe negativo contemporaneo. Scrive Michelina Vermicelli: “Dietro la favola di Cruciani, intellettuale di provincia dell’ex Stato pontificio con forti risentimenti anticlericali e malcontento da revanche risorgimentale, c’è ogni volta la corte con i suoi intrighi, le macchinazioni politiche mosse dall’ambizione personale, le efferatezze del potere, quello secolare della Chiesa e quello delle nuove dinastie regnanti, vicende criminali o echi e figure protagoniste di fatti nazionali, le patrie battaglie, tutti motivi offerti generosamente dall’imponente arsenale della storia d’Italia che da sempre era stato terreno romanzesco privilegiato, anche per le grandi narrazioni di scrittori stranieri, da Shakespeare a Stendhal, alla Radcliffe, a Dumas.”
Elpidio Cruciani, scrittore e funzionario delle ferrovie, nacque nel 1834 a Spoleto da Luigi, notaio e cancelliere vescovile. Si ignora la data e il luogo di morte.