Conversari
Conversari
Poiesis 1
E quando
relitti di versi mi inondano
sonorità segrete mi vibrano
come le marine trafitte
da spilli di luce.
La mia città
I soldati di Ulisse hanno zittito
dei poeti le cassandriche voci,
di ogni cuore di uomo hanno fatto Troia
riarsa, dove il dolore è cenere
nel vento di risate sguaiate.
Soli, tra muri ormai freddi d’incendio,
s’ergono i profeti della Verità,
le cui lingue, gonfie di Sapienza,
sputano lente l’Inesplicabile,
parola tra parole meretrici.
O tu che alzi le vele all’orizzonte,
che hai casa e patria e nome e moglie e figli,
non chiederci – siamo ombre senza volti –
di credere a nuovi Enea, a nuovi mondi:
ai fantasmi s’impone la morte.
A Vittorio Sereni
Tu canti
io aspetto
il tocco dei tacchi sul viale
il remo che intacchi le acque
il battito d’ali ch’esali
un fiato di vita che dica
chi sono.
Il silenzio è violento.
Invidio i romiti
che ascoltano il vento
e sentono… sentono… sentono…
Tu cerchi
io aspetto.