Diario inverso

Diario inverso

copertina
anno
2006
Collana
Categoria
pagine
56
isbn
88-8176-876-3
nota
Prefazione di Marco Guzzi
La poesia di Lucianna resta fedele ad una onesta osservazione di sé e dei moti profondi che animano le relazioni, e per questo la sua parola custodisce una sua essenzialità. Questa è un’altra legge implacabile: quanto più restiamo fedeli all’esperienza reale del nostro travaglio rigenerativo tanto più la nostra parola poetica risuonerà nella sua necessità vitale, e quindi nella sua bellezza. Mentre ad ogni moto di nascondimento, ad ogni scostamento dal “fuoco della controversia”, e cioè dal cuore della trasformazione, produrremo versi narcisistici e alla fine vani.
 
                                 Marco Guzzi
 
 
 
Motivazione del Premio Farina 2009
   
Sostenuta da un ritmo trasversale fra recupero di una versificazione sapida di ascendenza novecentesca e stilemi propri della maniera post-moderna, la raccolta poetica “Diario inverso” di Lucianna Argentino offre al lettore l’opportunità di riflettere su quanto Brodskij scriveva nella prefazione a La verità, vi prego, sull’amore di Auden: “…I temi di queste poesie sono l’amore e la disonestà – i due poli tra i quali ci siamo trovati a soggiornare nel nostro secolo, pronti a gloriarci della loro occasionale divergenza ma bravissimi, anche quando siamo sfortunati, a conciliarli fra loro, a fonderli insieme”.
     Kafka, a sua volta, declinava : “La poesia è sempre e soltanto una spedizione in cerca della verità” ed è su questo discrimine che le interne trame costruite dalla poesia dell’Argentino muovono da toni diaristici e confessionali, con ampio ricorso a empiti emotivi, per approdare al catalogo della propria verità infranta: “Avrei voluto una bugìa o una verità inventata/ che desse pace e un volto accessibile a quanto si negava / nelle sue parole senza cielo né sguardo”.
   Entro queste coordinate a forte valenza biografica, eliminate geografie e occasioni, precisati i toni etici e i rimandi religiosi, la storia segreta degli affetti messi alle corde nel difficile rapporto amoroso di coppia consuma, in perenne fase sinonimica, “la voce dentro che tiene vigile lo sguardo” ovvero gli intensi moti d’anima della Nostra che vibrano, nell’incalzante battere dei versi, di rarefazione sottile e sofferente:
     “Col tempo questo dolore sarà la misura/ della mia pazienza, // sarà la speranza/ che ripara il destino forzato dalla mia testarda fede, / sarà la veglia del rimpianto – da tenere vivo – perché/ triste è pure non avere nulla da rimpiangere”.
 
      “La poesia di Lucianna resta fedele a questa onesta osservazione di sé e dei moti profondi che animano le relazioni” scrive Marco Guzzi nella prefazione e s’affida, scriviamo noi, per volute qualità d’insieme – dal gusto all’azzardo – a una sorta di voluttà di immagini e investigazioni sapientemente espresse in stilemi di notevole resa. Di qui l’avvolgimento poetico di energica affettuosa intensità, passionale al suo maturo crepuscolo di colori e di desideri, con quella metrica eloquente che agita e sostiene la felice inferenza del dettato.