Dispersi frammenti
Dispersi frammenti
Dispersi frammenti
Come dispersi frammenti
ci aggiriamo inquieti
nella nebbia di questo primo giorno
di novembre:
inascoltati abbiamo parlato
continuamente d’altro.
Grosse gocce di pioggia
cadono rotolando nella polvere
e non ci conforta
l’atteso profumo di terra bagnata.
Ti dirò
Ti dirò
e saranno distesi i gesti,
sciolte le parole,
di alberi e di foglie,
del mio abbeverarmi
alla pioggia
nell’ascolto del suo
vaporoso picchiettare
o del dono turbinante
della neve
quando immacolata
rinnova
il volto delle cose,
del mio abitare
nel sole
attenta al respiro
mutevole del vento
come un E.T. straniato,
alla ricerca perenne
di una sua casa.
Sboccerebbero fiori
Trovasse
terreno fecondo
il palpito
che abbraccia
con un solo sguardo
il sole
e le suntuose foglie
ricomparse,
sboccerebbero
fiori ad ogni passo
come, si dice,
avvenne per Siddharta,
e gioiosamente abitabile
sarebbe questa terra
su cui,
smorzati gli entusiasmi,
tornerò, rannicchiata,
ad aggirarmi.