Questa monografia sul senatore vicentino Fedele Lampertico (1833-1906) esamina i volumi Introduzione, Lavoro, Proprietà, Commercio e Credito, del trattato incompiuto Economia dei popoli e degli stati e gli scritti correlati, pubblicati tra il 1874 e il 1884, delimitando la «scienza umana» con la legge del minimo mezzo, il metodo empirico sperimentale, il valore, il mercato e la moneta; tra organicismo cristiano, sentimenti morali e utilità.
In quest'ambito, il confronto tra Das Kapital di Karl Marx e la realtà italiana evidenzia il ruolo delle piccole e medie imprese, l’assenza di tutele per le donne e i minori, il sistema della carità legale e i limiti delle leggi economiche.
Lampertico emerge così come un moderato italiano che contribuisce a temperare l’accresciuto divario tra ricchezza e povertà, a stigmatizzare la corruzione legata al trasformismo politico e a superare il non expedit, per coinvolgere i cattolici nella vita politica del Paese. Ne scaturisce una cultura istituzionale che caratterizza l’economia moderna con la fine della schiavitù, spiega il valore dei beni con la varietà dei giudizi in base ai quali l’uomo soddisfa le proprie aspettative, usando una cosa invece di un’altra, e pone le premesse dell’enciclica Rerum Novarum di Leone XIII.