Fiori d'amore

Fiori d'amore

copertina
anno
2009
Collana
Categoria
pagine
296
isbn
978-88-6266-188-1
19,00 €
Titolo
Fiori d'amore
Prezzo
20,00 €
ISBN
978-88-6266-188-1
È storia della poesia d’amore detta con i fiori ed è scienza dell’amore d’oggi che può essere detto (soltanto?) con i fiori.
Jeph Anelli intende la poesia, dopo e con Eliot, come l’altro modo, più emotivo, di pensare il mondo e usa i fiori per evocare tali emozioni. Ma è pur sempre poeta che dice, con i fiori, l’amore: quello euforico e quello disforico, l’appassionato e il disperato, del corpo e della mente, della natura e della cultura.
Rino Caputo
 
 
Jeph Anelli è nato a Maenza (Latina), dove vive ed è stato sindaco per nove anni. È sociologo e scrittore. Ha pubblicato vari libri. L’ultimo è del 2004, Il pianeta minore (DeriveApprodi).

PRIMI VERSI

Acacia

Cogli il fiore giusto per ogni occasione
e se speri nell’amore di chi il cuore t’avvampa
allora non affannarti a dolerti del tuo pudore
e, presto, più che puoi,
alla ragazza che segue la moda e veste elegante
offri un bouquet di rametti d’acacia
a fiori bianchi e rossi
e svelale che l’ami:
se tremerà nel sfiorarti le gote  
e con un sussurro ti bacerà le labbra
allora ti amerà, e per sempre;
se, invece, ti sorriderà, appena,
non illuderti,
che è solo per affetto e amicizia sincera
e niente di più.

Acanto

Non più la ninfa Amadriade,
che amo ancora,
condivide con me la miseria
e il giaciglio di rude fogliame;
da tempo, ormai,
fra le eleganti e superbe piante d’acanto,
la dea minore, incoronata regina,
sola, s’aggira sparuta nel giardino fiorito
e non sa più che farsene del lussuoso prestigio regale
ora che al talamo nuziale non gioca più all’amore
e più forte e cupa la malinconia nel suo triste cuore
regna sovrana.

Acetosella

Scoppiò il fulmine
e tuonò nelle tenebre;
quando la pioggia scrosciò
e, impetuoso, da lontano,
il vento ti sospinse
innocenti grida di paura,
tu, disperata e in lacrime,
rincorresti e ghermisti
chi, per gioco, ti sfuggì
e si sperse nel diluvio.

Come allora, resta così, madre,
curva, come esile e fragile fiore,
mentre i tuoi figli, capricciosi e cari,
sconvolti dal lutto, avvolgi e proteggi;
e pur muta
sgridaci con i tuoi aspri silenzi,
e, con lievi carezze,
di dolci baci saziaci.