Questi racconti non presentano alcuna visione pessimistica e “gotica” della vita e della morte.
Il libro sviluppa una tesi già esplicitata nell’exergo, ripreso da Grochowiak: la scrittura cura le ferite e, scrivendo, anche la morte è lontana come lo è nell’infanzia.
Alla fine, è l’autore che dà la chiave di lettura della “filosofia” presente nei racconti: l’immortalità è nei libri. La morte è sconfitta dalla scrittura.
Quando parla di questo, Giovanni Bernardini parla di se stesso, di ogni scrittore, di ogni libro in cui sono depositate la nostra esistenza e la nostra anima.
Giovanni Invitto
Giovanni Bernardini, pescarese di nascita, è cittadino del Salento. Intellettuale complessivo, da sempre dedica la vita all’impegno civile e alla scrittura.
Ha pubblicato saggistica, narrativa, poesia. Per Manni, nel 2008, il romanzo I bruchi.