Le poesie di questa raccolta propongono un percorso che dal vissuto personale sfocia nel collettivo. È un viaggio nei luoghi e nei non luoghi, interiore e insieme esteriore. Alla fine risulta una mappa, un acquario in cui si vive senza sentirsi “emigrante da fermo”.
Giovanni Trimeri è nato a Fonzaso nel 1953. La sua ricca produzione letteraria è tesa a testimoniare la trasformazione socioambientale del territorio veneto. Scrive per adulti e bambini, è stato redattore di “Abiti-Lavoro. Quaderni di scrittura operaia”. È presente in antologie, cataloghi d’arte, miscellanee, quotidiani e riviste.
Primi versi
(come insonnie)
Le notti che ti fanno ecceòmo
tra pastoie di lenzuola e pensieri
lasciano sulla faccia al mattino
scontrini di nebbie e disfatte
accorciano i giorni per opere e merci
che magari non li valgono neanche
le tieni comunque ben salde
discorsi o poemi o segreti
per amici che forse non hai.
Sempre s’aspettano segni
di sibille, di silenzi, di sghirli
da tradurre a sazietà di un bisogno
sempre si sobbalza all’improvviso richiamo
alla chiusura di un conto
nell’usura di un sogno
capire che infine
saremo in quella fine oggi
(ad esorcismo) paventata
ciascuno con i cenci della propria sindone
ad avvolgere il cuore.