Questo volume potrebbe avere come ulteriore sottotitolo “Arrivano gli androidi”. Con approccio inedito rispetto alle ricerche dedicate dai numerosi studiosi al cosiddetto “ritorno all’ordine”, l’autore, infatti, rilegge le varie tendenze dell’arte e della letteratura degli anni ’20 non solo come semplice recupero di stereotipi culturali, secondo la nozione forse più diffusa di “postmoderno”, ma come vera e propria anticipazione di un immaginario ancora pienamente inserito nel pensiero contemporaneo: il cosmo degli oggetti fatti in serie, “replicati” dall’industrialismo di massa. Di qui i personaggi inanimati, plasticosi e artificiali, dei molti pittori del periodo, in un gioco di rifrazioni dove accanto a un linguaggio ricco di riferimenti ai prodotti di consumo popolare, da Homer Simpson a Harry Potter a Blade Runner, Fabbri ricostruisce la genesi e il significato degli umanoidi inventati da Massimo Bontempelli, da Sironi, da Oppi e da molti altri artisti.