Il mio pianoforte azzurro
La prima edizione di Mein blaues Klavier (Il mio pianoforte azzurro) apparve a Gerusalemme nell’estate del 1943. Else Lasker-Schüler riunì testi scelti in massima parte fra le liriche scritte durante l’esilio in Svizzera e in Palestina e li presentò in questo suo ultimo libro a stampa, quasi “dono” di parole sospese al “filo della vita” nell’atto del congedo e insieme gesto non esaurito di libertà. Attraverso la chiave di volta dell’azzurra “tastiera spezzata”, filtrano nella lingua della poesia armonie non perdute, timbri “sulamitici” e appassionati, tessiture liriche perfette, allusive di rispondenze esistenziali e religiose.
PRIMI VERSI
Ai miei amici
Non il morto riposo –
Già mi diede riposo una notte silenziosa.
Oh, cose dormite alita il mio respiro,
Mentre cullo ancora la luna
Fra le mie labbra.
Non il sonno di morte –
Già nel parlare con voi
Per l’etere un concerto .....
E vita nuovamente prende suono
Nel mio cuore.
Non il nero passo dei superstiti!
Sonni calpestati frantumano il mattino.
Stelle, celate fra nubi
E segrete nel meriggio –
Così ritrovarsi sempre.
Nella casa dei miei genitori
Abita ora l’angelo Gabriele .....
Là festeggerei con voi di cuore
Pace di gioia –
Tanto è misto l’amore alla nostra parola.
Da congedo molteplice
Salgono l’un l’altro stretti gli stami d’oro,
E non un giorno inaddolcito resta
Tra bacio mesto
E nuovo incontro!
Non il morto riposo –
Così tanto vorrei essere nel respiro .....!
Sulla terra con voi già in cielo.
Onnicolore dipingere su fondo azzurro
La vita eterna.
Mia madre
Arde la candela sul mio tavolo
Per mia madre la notte intera –
Per mia madre .....
Il mio cuore arde sotto la scapola
La notte intera
Per mia madre .....