Il venditore d’ironia

Il venditore d’ironia

copertina
anno
2007
Argomento
Collana
Categoria
pagine
96
isbn
978-88-8176-994-0
9,50 €
Titolo
Il venditore d’ironia
Prezzo
10,00 €
ISBN
978-88-8176-994-0

Il romanzo può essere letto come il racconto di una giovinezza, tirocinio esistenziale, immersione nella memoria, affresco ironico del contesto sociale di un’epoca vicina che sembra ormai lontana. Emerge nel racconto l’attenzione particolare al Cilento ripreso nei luoghi reali e nell’animo della sua gente: questa terra e il suo popolo, rimasti nel cuore, aprono e chiudono una tranche de vie.

 

Sileno Novelli è nato a Trieste, ha vissuto a Orbetello, ha viaggiato a lungo nella provincia di Salerno e poi in quella di Pesaro, dove ora vive.

 
È sociologo e architetto, scultore per diletto.

INCIPIT

«Ma tu cosa mi rappresenti?»
Il timido ragazzetto impacciato, a testa bassa, stringeva le mani e si guardava le unghie, forse con la speranza di trovarvi una risposta, ma i vaghi segni neri… non avevano significato e sarebbero spariti al primo contatto con il sapone.
Com’è triste a volte la realtà!
Con il tempo ed i caroselli il ragazzo maturò, ebbe un lampo di genio, un pizzico di fortuna o forse fu solo un malinteso, ma arrivò anche la risposta.
“La Ditta Martellini Gioia dei grandi e speranza dei bambini…!”
Fu così che incominciai a rappresentare qualche cosa.
Quando il Direttore mi convocò disse: «Le-daremo-la Provincia-di-Salerno!»
Poi fece una pausa, si alzò, appoggio le mani sulla scrivania, mi fissò negli occhi, come per dirmi: «Gliela incarto o se la mangia subito?!»
Io non risposi.
Lui girò intorno alla scrivania, si avvicinò, mi guardò dall’alto in basso, soppesandomi e aggiunse: «Le sta bene?»
Mi sembrò di sentire una eco che ripeteva: “Così un’altra volta impara!”
Ma forse fu solo una suggestione.

Avevo un pezzo d’Italia a disposizione, andavo nel paese “d’ ’u sole”!
L’acqua che presi all’arrivo…!
Non ci si può mai fidare delle canzoni, ma ci sono dei momenti che uno invece di assorbire, evapora, ed io ero in uno di quei momenti magici.
Arrivai all’albergo, dove mi aspettava un Ispettore della Ditta. Cercai di avere un aspetto presentabile ma quello che ritiene “presentabile” un ragazzo di provincia che viaggia con il suo involtino di buona educazione sotto il braccio, con il suo atteggiamento composto e spolverato di fresco, non corrisponde a quello che spera di trovare in lui un Ispettore di un’affermata Ditta Commerciale.
Infatti al momento della presentazione mi guardò attentamente, quasi con sorpresa, poi ci fu un silenzio, uno di quei silenzi brevi che non finiscono mai.
Io lo guardavo negli occhi, per capire che impressione avevo fatto, ma erano gli occhi vivi e furbi del toscano, abituato a pesare le persone con la “Sua” bilancia.
Io cercavo di spingere sul mio piatto ma dall’altra parte c’era lui che pesava maledettamente.
Poi mi parve di vederlo sorridere… sì… no… forse…, ma il sorriso toscano è sempre qualche cosa d’incerto, d’imprevedibile.
Infatti si trasformò in una specie di ghigno, un po’ schifato e disse: «Ha visto un bel mondo!?»
Ero caduto dalla bilancia.
Ci furono poi tutti quei discorsi che due persone fanno, non tanto per imparare a conoscersi veramente quanto per poter dirsi dire: «L’avevo capito subito!»
Poi lui volle avere la riprova: «Ha mai fatto il rappresentante?!»
Qui ci fu il crollo definitivo, sbagliai tutto: il tono della voce, il calore, la foga, la descrizione e quando mi trovai alla fine del racconto, con le mansioni di Capo-Contabile dell’Ente Maremma…! davanti a me c’era un uomo più che mai convinto che scuoteva la testa e ripeteva: «Ha visto un bel mondo! Ma perché non è rimasto all’Ente Maremma?»