La casa a rotelle

La casa a rotelle

copertina
anno
2008
Argomento
Collana
Categoria
pagine
104
isbn
978-88-8176-997-1
11,40 €
Titolo
La casa a rotelle
Prezzo
12,00 €
ISBN
978-88-8176-997-1
È un romanzo strano e bello. Mi sono piaciute l’indagine fresca e vitale dell’amicizia fra donne, la lucidità e insieme l’oscurità tellurica con cui si dà voce al mondo femminile, la rappresentazione dell’amore mai banale, e la mobilità aperta a quello che verrà che si esprime nella felice intuizione della “casa a rotelle”.
Laura Bosio
 
 
Carla Rosco è nata in Lucania, si è laureata in Lettere moderne a Napoli, da molti anni vive e lavora a Brescia. Si occupa di pace e diffonde nelle scuole la Dichiarazione di Siviglia sulla violenza del 1986.
Collabora alla pagina culturale del “Giornale di Brescia”. Il suo libro di poesie Affamati di senso del 1999 è stato pubblicato nel 2006 in Messico in edizione bilingue.

INCIPIT

Il mare, quella notte di libecciata, mi aveva fatto paura.
Così il vento e una pioggia furiosa che battevano alla mia porta.
La mattina rimanevano un cielo di nuvole in movimento, un mare mosso di grigi e di spuma sporca.
Reviaggio stava diventando per me un luogo dove ricominciare.
Una gran quantità di aria e di iodio. E poi la gente: si può dichiarare il piacere di non far niente ed essere accolti da un sorriso di complicità.

Aspettavo Sara, seduta al bar dei nostri appuntamenti.
Lunghi capelli neri. Occhi neri. Sinuosa nel corpo e nelle parole.
Conosciuta per un pelo, mentre tornavo a casa e lei usciva dalla sua.
Per un pelo e nella semioscurità.
L’avevo fermata per una informazione su un appartamento vicino al suo. Dovevo lasciare quello che abitavo e ne cercavo un altro, anche se in modo inquieto, nebbioso: tornare nel profondo Nord, a Sciabre, o rimanere al Centro con sapore di Sud, a Reviaggio?
«Sara, hai saputo qualcosa dell’appartamento?», chiesi versando acqua nel suo bicchiere e nel mio. Era arrivata puntuale come sempre.
«Non ancora… Prova a chiedere anche tu. Nel negozio che c’è sotto l’appartamento, quello che fa angolo.»
«Domani lo farò. Si va a ballare, anche se la musica ci assorderà?»
«Certo che sì! Ho voglia di ballare. Sempre ballerei» rispose, muovendo le sue mani ballerine in un modo così familiare, così simile ai movimenti delle mie mani ballerine, del mio corpo ballerino.
Venticinque anni lei, io quarantasei, ma ci sentivamo senza un’età.