La parola notturna
La parola notturna
Nota dell’autore
Il saggio La parola “notturna” tra Dante, Nietzsche e Skrjabin non nasce però da una semplice rilettura o, comunque, da una mera ricerca di fonti, ma dai risultati di un lungo lavoro filologico ai fini dell’edizione critica del Notturno per l’Edizione Nazionale delle opere di d’Annunzio.
A documentarlo sono i testi che costituiscono la seconda parte della sezione dannunziana, Notturno. Storia del testo: Il delirio lirico organizzato; Le carte del Notturno; Appunti, taccuini, diari. L’esame di carte autografe, cartigli, bozze, ha portato a rivedere completamente la storia del testo. Per lungo tempo, infatti, si è creduto che la storia elaborativa del Notturno fosse quella divulgata da d’Annunzio: il libro sarebbe nato nel febbraio-marzo del 1916 dalle visioni e dagli incubi, dai tormenti patiti durante l’immobilità e le dolorose cure per salvare l’occhio traumatizzato nel corso di un ammaraggio di fortuna. Il vero itinerario elaborativo del libro è stato chiarito quando abbiamo ritrovato preziose testimonianze: un autografo elegantemente legato e intitolato Diario triste presso la Biblioteca Nazionale di Roma, contenente la cronaca veneziana della Prima Offerta, altri appunti autobiografici emersi al Vittoriale, ovvero il diario o brani di diario scritti fin dai primi mesi di guerra e poi rifusi nel Notturno, che, inizialmente, avrebbe dovuto accompagnare La Leda senza cigno, come si evince da una lettera a Guido Treves inserita in una copia dell’edizione del ’21, reperita presso un archivio privato. L’esame delle nuove carte e il riesame di quelle note ha portato alla scoperta che l’elaborazione fu molto complessa e non concentrata nel breve periodo di cieca immobilità e durò dal ’15 al ’21 in varie fasi, che è stato possibile ricostruire solo studiando a fondo la gran massa di autografi e i cartigli. Il primo saggio è dunque la storia di tutto ciò e i due seguenti presentano i testi dei diari che hanno permesso la nuova datazione e la discussione critica degli stessi, nonché pagine più intime di amori veneziani, rimaste inedite perché ai tempi troppo scabrose, persino per un d’Annunzio.
Il delirio lirico organizzato, primo dei saggi filologici, deriva dalla rielaborazione ab imis di due articoli: L’elaborazione del “Notturno”: il delirio lirico organizzato, in D’Annunzio notturno, I, Atti dell’VIII Convegno di Studi dannunziani, Pescara, 1986 e La prima forma del “Notturno”, in “Paragone”, 4, 1988. Anche gli altri saggi sono ricavati da articoli (Autografi inediti del “Notturno”: “I giorni funebri” e “L’apparizione”, in “Autografo”, 7, febbraio 1986; G. D’Annunzio: Taccuini, diari, lettere. Nuovi documenti sulla genesi del “Notturno”, in “Strumenti critici”, settembre 1987) che sono stati aggiornati e, in molte parti, completamente riscritti.