Poesia come esperienza contemplativa attiva, come riflessione dinamica sugli eventi emozionali. L’incontro con l’essere, materiale o immateriale, mistico o prosaico, sprigiona zampilli di miriadi di gocce vitali che rendono efficace la conoscenza.
Pronta e agile la poesia le afferra con un balzo felino, proprio come una tigre dinanzi ad una preda appetitosa e sfuggente…
Rosemary Jadicicco vive a Napoli dove insegna Italiano e Storia. Giornalista, collabora alle pagine culturali di quotidiani e riviste. Fra i suoi interessi non marginali la filosofia, l’archivistica, la pittura. Per la poesia ha avuto significativi riconoscimenti. Il più recente, nel 2010, il primo premio al Concorso di poesia internazionale Emily Dickinson per l’inedito.
Con Manni ha pubblicato Frammenti di vetro (2005) e Interviste dal passato (2006).
A modo mio
camminerò piano
a passi lievi
come una gazzella leggera
per non ferirti il cuore
A modo mio
incrocerò il tuo sguardo
reclinando un po’
indietro il capo.
Oltre gli angusti argini
del flusso artificioso
della coscienza
A modo mio
ti dirò ti amo
La parola
Strade affollate,
verbose, intasate.
Io vivo altrove
nello spazio infinito.
La mia parola
con ali di
candido cigno
s’impenna e
sorvola,
alta e lontana,
le morte radici
dell’orto gelato
Il fuoco fatuo
Come un fuoco fatuo
la vita ci lusinga.
Nella notte
il bagliore delle
flebili fiammelle
attira a sé le
inconsapevoli libellule.
Ancora un giorno,
poi un altro,
la tetra signora
incede maestosa
superba e fiera
della sicura vittoria