Le vetrate di Saint Denis

Vero e proprio romanzo in versi, Le vetrate di Saint Denis raccoglie al suo interno un’ inestricabile polifonia di voci, memoria del nostro passato e del nostro presente. Sono le voci di quello che l’umanità prova a nascondere, la parte dolorosa della nostra Storia, delle nostre storture. Così tornano a farci visita i minatori di Martinelle, la Varsavia degli anni Trenta, ma anche la notizia di 1150 sans papiers sfrattati dal tempio, letta mentre si attende un Intercity. Attraverso una scrittura fratturata quanto densa, Raymond André lascia che tutte le voci salgano al proscenio e che francese, italiano, dialetto abruzzese e lingua dell’infanzia si mescolino inestricabilmente, fino a trasformarsi in aste, barre, rune di grafite, alla ricerca di un linguaggio comune, che sia documento (non accusa) per ognuno.