Lettera da una professoressa
Lettera da una professoressa
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Caro ragazzo,
E io penserò spesso a te, ai tuoi compagni, a questa istituzione che ha nome scuola, in cui credo, a cui ho dedicato una parte fondamentale della mia vita.
Tu oggi mi respingi. Per te sono un’aliena. Il mio mondo non è il tuo.
All’inizio dell’anno, a settembre, ho conosciuto la tua timidezza.
Io, da ragazzina, sono stata timida. Ma io e te non ci assomigliamo. Tu non abbassi gli occhi, non arrossisci. Apparentemente hai più coraggio, perché ridi. Ma il tuo riso non è forte, non è sincero.
Sei prepotente, a volte anche vile. Ridi del tuo compagno più debole, di lui che, per fortuna, arrossisce ancora. È così che nascondi, e prima che agli altri a te stesso, la tua debolezza.
Sei prepotente, e vile. Ma non è colpa tua...