L’impero del mondo

L’impero del mondo

copertina
anno
2008
Collana
Categoria
pagine
176
isbn
978-88-6266-073-0
16,15 €
Titolo
L’impero del mondo
Prezzo
17,00 €
ISBN
978-88-6266-073-0
Sono storie, memorie e pensieri che premevano dentro e che, di volta in volta, hanno prepotentemente preteso di sgorgare in parole e pagine.
E poi sono storie belle, che le leggi d’un fiato e ti lasciano qualcosa dentro, qualcosa che sa di buono.
Ferdinando Jacopini
 
Francesco Rocca è nato a Seveso (Milano) dove vive ed è stato Sindaco per dieci anni, durante la drammatica vicenda della diossina sprigionata dall’Icmesa di Meda. Il fatto, oltre che vissuto, è stato da lui raccontato nel libro I giorni della diossina. Dal 1980 al 1990 è stato Consigliere della Provincia di Milano. Attualmente è Vice-Presidente della Fondazione Emit-Feltrinelli. Incoraggiato alla scrittura da Dino Buzzati, ha collaborato e collabora da sempre a quotidiani e riviste nazionali.

INCIPIT

L’essenziale dai puri di cuore
 

Anni fa successe un fatto strano a Milano, liquidato in poche righe di cronaca sui quotidiani: la morte di un prete in un confessionale. Una notizia che non ebbe seguito, il decesso venne sbrigativamente attribuito a una letale emorragia cerebrale e tutto finì lì. Ma non fu così, l’improvviso cedimento fisico nascose trame più complesse.
In quel periodo ben altre informazioni premevano per essere avidamente lette: i primi satelliti nel cielo, l’uomo sulla luna, la pillola alle donne, avvenimenti a ritmi serrati. Si era, cioè, alle prime avvisaglie di un consumo senza freni; e la morte di un prete, pure in circostanze anormali, non interessava nessuno.
Un mondo in progresso, si diceva, come l’insaziabilità umana. La fiducia assoluta nelle facoltà dell’uomo, quello occidentale s’intende, sprigionava l’orgoglio represso da secoli, ottenendo l’investitura ufficiale dei circoli illuminati: non si risolvevano forse problemi astrusi?
Un’atmosfera, nella Milano di allora, palpabile ogni giorno. Uomini, donne, giovani si agitavano per fare, costruire, modificare, sconfiggere la penuria secolare, uscire dalle miserie del corpo e dello spirito, respirare l’aria della terra promessa pulsante nel sangue, nelle fibre, nell’avidità di occhi, gesta, labbra, fianchi, e sesso, finalmente: un fervore, una esaltazione incontenibile. Desideri infiammati, una vera esplosione di energie, tali da travolgere ostacoli fino allora considerati insuperabili, si diceva, fossero pure morali. Del resto non stava cambiando anche la morale, residuo di antiche oppressioni, nell’opinione comune?
Le ventate di cambiamento spazzavano via il passato, o almeno sembrava. Il popolo cristiano si assottigliava anno dopo anno, come una vena una volta ricca ora in via d’estinzione, assicuravano accreditati sociologi. Le ideologie correnti davano raggi e miraggi ben più attraenti, da avere subito. I filosofi si dibattevano intorno al punto morto di non credere in niente, accettavano con diffidenza il verbo degli scienziati intorno alle cose scoperte, smentite subito dopo da altre cose certe. Il disincanto, o meglio la disperazione, dilagava nelle opere dei poeti, scrittori, pittori, osannati tali. Stava nascendo un mondo nuovo, si diceva. Ma non era già accaduto nella storia?
Un sotterraneo rigagnolo, un avvertimento impalpabile, un’ombra ignota, scorreva però nelle frenesie del momento. Un malessere sconosciuto, diverso dalle paura della guerra oramai cicatrizzate, di malattie, terremoti, disastri, incidenti di ogni sorta, dell’ansia insomma del futuro, rodeva come una talpa la sicurezza del paradiso qui e adesso. I più sensibili, i giovani, levati i sostegni tradizionali, sarebbero sfociati in un mare di tragiche esperienze qualche anno dopo.
Magdala R. sorbì l’atmosfera dell’epoca, divenendo causa involontaria della morte del prete.