L’onore del clochard
L’onore del clochard
Maurizio Cucchi è nato a Milano nel 1945.
Il suo ultimo libro è la raccolta poetica Vite pulviscolari, Mondadori 2009.
INCIPIT
C’è anche qualche scemo con quella specie di monopattino, sapete, lo chiamano skateboard. Sì, lo ammetto, con gli anni divento intollerante… Poi, dall’altra parte, quella che dà sul corso Vittorio Emanuele, ci arriva spesso un altro gruppetto di deficienti di varie razze. Piazzano lì una specie di radio, la accendono a tutto volume, e poi si mettono a fare dei gran balzi, dei contorcimenti, delle capriole, o qualcosa del genere… Io li chiamo Gli idioti ginnici. Il bello, anzi, il brutto, è che si raduna lì una folla di gente più scema di loro che li guarda e li applaude… Non capisco cosa ci trovano… Se qualche pagliaccio si esibisce, c’è sempre qualcuno più scemo di lui che gli fa da pubblico. E magari lo paga anche. Così, comunque, è una vita d’inferno, e allora mi sposto quasi sempre dall’altra parte, l’altro mio alloggio, voglio dire, diciamo così. Non è lontano, non devo camminare molto, anche se a me piace camminare. È proprio di fronte al Park Hyatt, sapete, quell’albergo di lusso nuovo, e ogni tanto, se non ci sono i portieri, o quelle specie di poliziotti o secondini, non so, che si piazzano lì davanti, in divisa, col cappello a visiera, mi fermo fuori a guardare quella meraviglia che si vede anche senza entrare, quella formidabile testa di Medusa di Fontana, il grande artista, quello mezzo argentino. Non crederete che sia un ignorante! No, l’arte mi piace, e quella testa mi fa venire i brividi. Non mi stanco di guardarla, e una volta o l’altra vado dentro.