Lungo il sentiero, in silenzio
Lungo il sentiero, in silenzio
Prologo
Ho sempre con me un blocco per gli appunti e spesso ciò che viene fuori dal mio narrare, o, se vogliamo, dalla mia poetica narrativa, è un pastiche che combina insieme relazioni di viaggio, analisi storica, racconti di fatti vissuti e sperimentati con passione, a volte rivissuti con nostalgia ma anche con il piacere di riscoprirli e di dar loro nuova vita.
Non è comunque un “diario” nel senso più preciso del termine; lo diventa però nel mio percorso mentale che mi riporta sempre là dove più incalzanti sono i ricordi, i quali segnano quasi a fuoco, con una data precisa, gli avvenimenti narrati.
Il percorso della scrittura è il percorso della memoria, dell’esistenza e del viaggio, che passa dal presente al passato, da un luogo ad un altro luogo: la Sardegna, le Marche, la Danimarca, i miei “tre mondi” immaginifici. È un continuo flash-back del ricordo che si muove senza che la volontà interferisca, o sia sempre vigile, e che costringe chi scrive a seguire il pensiero che vaga libero nei meandri a volte tortuosi della mente; che la fa uscire dal presente per tornare in quella memoria antica che si va dissolvendo e che si rischia di non possedere più.
C’è un continuo rapporto tra luogo, tempo e viaggio; c’è un tornare e andare, c’è il nostos di Ulisse che cerca l’antico ed eterno ritorno, ma anche la voglia e l’esigenza di vivere nel presente… con la passione di cui è intriso il nostro breve percorso. Forse il luogo più antico del mondo è il luogo più contemporaneo, forse il luogo più lontano quello più vicino… Forse non c’è un oltre, un al di là… finché siamo qui, in questa nostra terra, perché… “Siamo tutti qui”, diceva Pasolini.