Luoghi dell’anima
PREMESSA
Frequenta le elementari a Mineo e gli studi superiori a Catania, dove, vivendo tra pensioni misere e sudice, occupate anche da prostitute, soffre il freddo e la fame, a volte alleviati da giochi e scherzi bizzarri tra amici.
Nel 1949 si laurea in Medicina e Chirurgia e nel 1955 si specializza in Cardiologia.
Dopo due anni di servizio militare e sette anni di lavoro a Mineo, si trasferisce in Ciociaria, dove (a Sora, a Ceccano, a Frosinone) svolge l’attività medica, circondato dalla famiglia: la moglie Lina, pittrice, il figlio Emanuele che insegna matematica, la figlia Pina e il genero Michele, ambedue medici, ed i nipoti.
Bonaviri iniziò a scrivere poesie all’età di otto-nove anni, le sue prime pubblicazioni sono avvenute su riviste e giornali locali poco conosciuti. Esordì con il romanzo Il sarto della strada lunga, pubblicato da Einaudi nel 1954 nella collana dei “Gettoni” diretta da Elio Vittorini.
Le numerose opere successive, romanzi, novelle, fiabe, poesie, drammi, saggi (su Manzoni, Leopardi, Capuana, Pirandello, ecc.), indicano la tenacia e la dedizione incessante di Bonaviri nei confronti del lavoro letterario, a cui si aggiungano i numerosi pezzi giornalistici, anche sul “Corriere della Sera”, che trattano un ventaglio di argomenti, da quelli sociali a quelli politici, a quelli mediatici.
Molti dei suoi libri hanno avuto diverse ristampe, hanno vinto premi letterari, in Italia e all’estero, sono stati tradotti in inglese, in spagnolo, in francese, e in altre lingue.
Il ricchissimo cosmo creativo di Bonaviri è stato studiato con attenzione dalla critica1. La sua opera riflette un pensiero e una memoria inquieti, uno straordinario attaccamento alla vita, un tentativo di comprensione dell’oscura realtà dell’uomo odierno, e si serve del linguaggio di una religione individuale costituita da una visione mitica del microcosmo di Mineo, da una parte, e dal bagaglio della conoscenza scientifica e letteraria della cultura occidentale, dall’altra.
Già le prime opere di Bonaviri, pur ponendosi, come quelle degli scrittori della sua generazione, quali Cassola, Calvino, Sciascia, nella corrente dell’imperante neorealismo, cercano di distinguersi per certi motivi. Gli scritti della sua maturità gli hanno procurato un posto rilevante tra gli scrittori contemporanei, soprattutto come narratore di natura filosofica, di ispirazione singolare, la cui poetica è essenzialmente cosmica, ma sempre disposta a rinnovarsi, ad assimilare nuove esperienze e sperimentalismi.
Il presente volume non è nato come un libro che sviluppa di capitolo in capitolo un discorso rigoroso su uno specifico argomento. Negli ultimi tempi si è composto da sé. I suoi tre saggi, nonostante dispieghino legami e motivi unificanti perché si interessano dell’arte di Bonaviri, sono venuti alla luce in momenti separati e diversi: Bonaviri e la Ciociaria è stato presentato al simposio internazionale su “La Ciociaria tra letteratura e cinema”, tenutosi a Ripi, in provincia di Frosinone dal 17 al 20 gennaio 2002, e apparso nel volume degli atti, La Ciociaria tra letteratura e cinema, a cura di F. Zangrilli, Metauro Edizioni, Pesaro 2002; L’America di Bonaviri è stato presentato al convegno internazionale “Omaggio a Bonaviri nell’ottantesimo compleanno”, tenutosi a Mineo l’11 e il 12 luglio 2004; Gli ultimi romanzi di Bonaviri, tra neorealismo e postmodernismo è inedito, ma parti di esso sono state presentate in occasione della traduzione in romeno del romanzo Il sarto della strada lunga e della ristampa dell’editore Bompiani del romanzo Silvinia, sia all’università di Catania il 31 maggio 2007 sia in varie sedi culturali ed università della Romania, dal 4 al 9 novembre 2007.