Si andava, quasi all’alba, tossendo, a
comprare le sigarette alla stazione di Sapri.
In questo breve racconto autobiografico, Di Consoli ci narra le estati della sua giovinezza a Maratea, quando per vivere faceva il cameriere.
Scorrono, in questo intenso “amarcord”, nobili e bagnini, politici e cuochi, cantanti famosi e camerieri.
Marisdea odora di mare, di giovinezza e di amori svaniti, ed è il resoconto, senza nostalgia, di un faticoso apprendistato alla vita.
Progetto grafico di Roberto Gorla e Michela Barbiero
Andrea Di Consoli è nato a Zurigo nel 1976.
Il suo ultimo romanzo è La curva della notte, Rizzoli 2008.
INCIPIT
Sulla tangenziale, tra la Salaria e l’uscita dei Parioli – lì dove la notte stanno i transessuali inquieti del Sud America – mi coglie uno stupore di malinconia. Provo ad accelerare, ma il motore s’inceppa, la macchina si spegne. Nessuno però protesta – né il furgonista, né l’impiegata ingrigita di troppe sigarette mattutine – ché non si guadagnano troppi metri tra uno scatto e l’altro di traffico. In alto c’è un cielo bianco e celeste, aperto come un respiro pieno; e io lo guardo dopo aver riacceso la macchina, ma mi coglie lo stupore di sempre – una sensazione di blocco e di estasi, un piccolo ictus del tempo. In radio trasmettono The power of love dei Frankie Goes To Hollywood. Quando dormivamo sul tetto dell’Hotel Villa del mare di Maratea, la mettevamo sempre, questa canzone; e me ne ricordo all’improvviso, con nostalgia – eppure considero i ricordi una perdita di tempo, ché eravamo peggiori, ieri, almeno per me vale così. Ero coi miei compagni sul tetto, fino al mattino, con lo stereo acceso, e la cassetta che veniva sempre riavvolta
su questa stessa canzone, The power of love. Me ne accorgo all’improvviso, che nella mia vita c’è stato il 1994.