Montecirco
Montecirco
Andrea Camilleri
Disadattati, folli balordi soccombenti all’evolvere dei tempi, vivono solitari in una dimensione mai alienata, anti-eroi fieri di un’ancestrale purezza, creature istintuali dai primitivi bisogni che sono tuttavia della stessa immateriale sostanza dei sogni.
Montecirco appare in definitiva una terra di mezzo, un microcosmo popolato da insidiosi lenoni, ma illuminato da figure di un’umanità dolente; uomini sconfitti, emarginati, annichiliti dal peso dei cambiamenti, ma estatici e incredibilmente dignitosi nel difendere una civiltà ormai indecifrabile.
Marta Aceto