Musica e turismo nella Venezia contemporanea

Musica e turismo nella Venezia contemporanea

copertina
anno
2007
Collana
Categoria
pagine
104
isbn
978-88-8176-989-6
10,45 €
Titolo
Musica e turismo nella Venezia contemporanea
Prezzo
11,00 €
ISBN
978-88-8176-989-6

I modi d’uso del repertorio musicale colto sono, oggi più che mai, tra loro differenti. La possibilità di utilizzare una medesima musica in ambiti diversi è favorita dalla modificabilità dei meccanismi di ideazione, organizzazione, realizzazione e fruizione dell’evento musicale.

 
Questo libro fa riferimento ad uno specifico genere di esecuzioni: i concerti per turisti a Venezia. In essi migliaia di spettatori assistono ad interpretazioni di composizioni del più noto repertorio settecentesco e ottocentesco.
L’analisi del caso veneziano mette in luce tendenze e abitudini caratteristiche della maniera di proporre e fruire la cosiddetta musica classica.

PREFAZIONE

È quasi impossibile, passeggiando per Venezia, non rimanere colpiti dal gran numero di manifesti che pubblicizzano concerti da camera di musiche liriche e strumentali del periodo settecentesco ed ottocentesco. Il numero di queste esecuzioni è tanto elevato, e il modo in cui sono organizzate e realizzate è tanto particolare, da rappresentare una parte allo stesso tempo importante e tipica dell’offerta musicale veneziana. La singolarità e la specificità del genere di esecuzioni a cui ci riferiamo sono tali da convincerci a guardare con interesse a questa realtà concertistica. Crediamo inoltre che l’analisi del caso veneziano possa mettere in luce quelle che sembrano essere tendenze e abitudini caratteristiche di un modo nuovo, o quantomeno recente, di proporre e fruire la cosiddetta musica classica. Questo studio vuole dunque descrivere, attraverso l’analisi di un particolare tipo di attività concertistica, in che cosa consista questo nuovo modo, come sia strutturato, quali siano i suoi punti di forza e quali i suoi effetti.
Il nostro lavoro si articola in due parti. La prima, di natura essenzialmente descrittiva, intende presentare nel modo più completo possibile l’oggetto di cui ci siamo occupati. La seconda si propone invece di riflettere su quelli che ci sono sembrati essere gli aspetti più densi di significato. Nel capitolo I, L’attività concertistica, discutiamo del genere di formazioni impiegate, del tipo di composizioni interpretate, dell’elevato numero di esecuzioni, delle sale da concerto utilizzate e delle strategie di pubblicizzazione. Si forniscono dunque al lettore quelle informazioni necessarie per comprendere effettivamente di che cosa ci si stia occupando. In Musicisti e ascoltatori: due tipologie, vogliamo invece dire qualcosa sugli individui impegnati nella produzione e nella fruizione del fatto musicale. Ci è sembrato possibile riconoscere la presenza di un numero limitato di profili tipici che abbiamo raccolto in due tipologie. In Realizzazione, capitolo conclusivo della prima sezione dello studio, descriviamo invece come si sviluppino le fasi fondamentali della produzione degli eventi musicali, ovvero la preparazione e l’esecuzione. Nel capitolo IV, Il momento culinario della musica, abbiamo fatto riferimento all’adorniana dimensione del culinario in musica per osservare, nel contesto veneziano, la singolare tendenza a costruirne gran parte delle dinamiche sull’intenzionale sovrapposizione di elementi di tipo visivo e acustico. Il capitolo successivo, Standardizzazione, intende riflettere sul grado di ripetitività che caratterizza numerosi meccanismi delle fasi ideativa, organizzativa e realizzativa dell’attività concertistica; abbiamo cercato di determinare quali fossero le ragioni, e quali gli effetti, di questo costante ricorrere di standard e modelli. Il capitolo VI, La musica e l’elemento nazionale, si propone di individuare le motivazioni della scelta, pressoché universalmente condivisa, di eseguire quasi unicamente musica italiana. Si è riflettuto sulla misura in cui il carattere nazionale delle composizioni fosse percepito dagli ascoltatori e sul modo in cui esso contribuisse ad aumentare la vendibilità del prodotto musicale. Spesso ci è inoltre capitato di domandarci se in certe tendenze che si evidenziano nella preparazione, nella realizzazione e nella fruizione dei concerti considerati non fosse possibile riconoscere consuetudini tipiche della popular music. Nel capitolo Semiclassical music? abbiamo cercato di dare una risposta a questo interrogativo. Nell’ultimo capitolo, Popolarizzazione, ci siamo infine soffermati sulle ragioni per cui all’incremento quantitativo dell’attività concertistica tende ad accompagnarsi una modificazione qualitativa del prodotto offerto agli ascoltatori.
Per concludere, dobbiamo giustificare la mancanza di una sezione dello studio dedicata alla valutazione quantitativa dei costi e dei ricavi dell’attività concertistica. I dati relativi alla questione economica sono infatti dati riservati, ai quali si è potuto accedere con difficoltà e in un numero limitato di casi. Quelli raccolti non ci parevano sufficienti per una descrizione dell’aspetto economico che potesse essere davvero affidabile. Abbiamo dunque stabilito di non affrontare nel dettaglio tale questione, confidando nel fatto che l’evidente importanza dell’aspetto economico potesse essere discussa adeguatamente anche senza il supporto di dati esatti sulle entrate e sulle uscite, ma mediante una attenta riflessione sulle scelte e sulle tendenze dell’organizzazione e della realizzazione.