Ode ai corpi fisici
Ode ai corpi fisici
Andrea Ambrogetti non frequenta la retorica imperante del Dubbio né indulge alla vulgata nichilista della contemporaneità. Attraverso versi felicemente impudichi ha un tono poetico molto sicuro di sé, con il quale ci offre verità perentorie, “corporali” sul presente. La sua è una sonorità ferma, incisa e riflessiva, una poesia diaristica, gnomica, che si scioglie volentieri in epigrammi filosofici. La ripresa dell’ode, componimento classico, musicale e meditativo, civile o amoroso, esprime la sua moderna sensibilità verso la natura (non idillio ma presenza radiante e fonte di ispirazione), la sua disarmata adesione alla libertà delle menti acute e dei cuori immacolati, alla vita smarrita, alla bellezza dei corpi in transito tra i sessi.
Filippo La Porta