I protagonisti scrutano l’orizzonte dalle sbarre della finestra di una cella. Raccontano le loro storie in carcere e il vissuto mentale si dilata: poco spazio, molto tempo.
Ecco pezzi di cielo grigi come l’ardesia, o anche azzurri e di notte un cielo stellato, freddo, e il carcere è anche quello vissuto da un secondino. Ecco la perdita della libertà, la fatica e la sofferenza dell’espiazione, la vicinanza a problemi toccanti che chi è fuori ignora o rimuove.
Alessandra de Cupis è nata nel 1953 a Roma. Vive da molti anni a Monza dove insegna con passione in un Istituto Professionale. Ha sposato un medico siciliano con il quale ha vissuto a lungo all’estero, ha due figli e l’amore per la scrittura poetica. Questo libro è anche indice dell’impegno sociale che la motiva.