Poetiche armonie
Poetiche armonie
Salvatore Cataldi aveva cominciato a scrivere poesie nel 1916, quando aveva quattordici anni e anche quei versi giovanili compaiono qui, da lui destinati ad essere letti insieme a tutti gli altri (gli ultimi sono del 1957) e dicono un’attenzione al linguaggio poetico come rifugio per comunicare personali momenti di felicità o di dolore, riflessioni sulle cose del mondo, sulle donne e sugli uomini.
Chi lo frequentò certamente sa dell’altruismo che lo animava e non era soltanto quello del dovere professionale di medico, era l’immedesimarsi nei problemi dei contadini che si rivolgevano a don Totu per farsi scrivere una lettera al parente lontano o all’avvocato o per capire una carta comunale, era un aiutare fattivamente la gente che gli diceva: “Osci mangiamu acqua cu le furcine”.
Per fare conoscere Salvatore Cataldi ai giovani, per ripensare le radici del territorio grazie ad un personaggio che lo ha onorato, per non disperdere una letteratura che non c’è più, questo libro vede la luce.