Quattro quadri per una spiaggia d’inverno
Quattro quadri per una spiaggia d’inverno
Il nibbio bruno
I primi a saperlo, a Formia, furono gli abitanti del palazzo, un condominio color crema che sorgeva nel quartiere popolare di via Catullo. I condòmini socchiusero gli occhi e qualcuno fu tentato di avvertire la polizia, perché – dicevano – un uomo di quella stazza non si spegne così, su due piedi. Poi, però, realizzarono che da qualche mese Michele non s’era più visto al circolo dei pensionati e neanche per le scale del caseggiato: una malattia, pensarono. Un malanno senza nome doveva esserselo portato all’altro mondo.
Le donne, invece, rimasero sospettose. La perizia culinaria della moglie di Michele era stata motivo di invidia per tutte loro e adesso non resistevano all’idea di imputarle la responsabilità della morte del marito.
«Lo ha avvelenato!», azzardò una di loro.
«No!» disse un’altra. Aveva gli occhi spiritati, come se avesse visto la scena: «Lo ha fatto morire di fame.»