Solo un po’ di follia
Solo un po’ di follia
Il tempo passa inesorabile per i protagonisti di questi due racconti, perennemente in bilico tra amari ricordi e velati rimpianti.
Canali indaga tra le pieghe dei sentimenti più profondi per raccontare l’eterna e vana ricerca della felicità, il quotidiano tentativo di trovare un equilibrio fra realtà alienante e lucida follia.
Il suo ultimo libro è Fuori dalla grazia, Bompiani 2008.
INCIPIT
Pelle di teatrante
Ho coscienza di essere un attore mediocre, impacciato, dalla dizione diligente e impersonale. Ancora oggi, quando sono in scena, le mie mani mi ingombrano, non so muoverle con disinvoltura o tenerle correttamente immobili lungo i fianchi, ma rilassate, come ogni buon attore sa, fin dai primi rudimenti dell’arte scenica.
Questo mio amore esclusivo e mal corrisposto fa tuttavia parte, forse la parte più importante, della mia anima. Ne sono stato schiavo fedele e devoto fino al mio cinquantesimo compleanno.
Lasciai il mio paese a diciotto anni e venni in città, accompagnato oltre che dalle benedizioni di mia madre, dai mugugni di mio padre, ma soprattutto dal discreto gruzzolo che entrambi vollero consegnarmi per il sostentamento personale durante i primi passi che mi avrebbero certo condotto alla gloria delle scene. Era gente semplice – mio padre gestiva un piccolo distributore di benzina –, e io quasi ne fuggii, il teatro non l’avevo “nel sangue”, era poco più che un miraggio diverso dalla esistenza grigia fra puzzo di vecchi pneumatici e di gasolio che mi attendeva se avessi proseguito il mestiere di famiglia. Ero provvisto di molta fantasia, e la mia massima gratificazione di adolescente piuttosto sgraziato nelle membra, era sempre stata immedesimarmi nei prestanti personaggi dei fotoromanzi a fumetti che divoravo ogni sera.
Il passo fra quell’ingenuo meccanismo psicologico e la decisione di rendere reale il mio sogno con la professione di attore fu abbastanza rapido, stimolato infine anche da un manifesto apparso sui muri del paese: Attore come impegno creativo; seguiva l’indirizzo d’una scuola di recitazione nel capoluogo.