Storie in bianco e nero
Storie in bianco e nero
Forse la scrittura di Carmela Fiore ha raggiunto il punto più profondo della memoria. L’autobiografia non potrebbe essere più onesta. La finzione della scrittura letteraria qui risulta quasi azzerata. Le parole dicono ricordi vivi, oppure rivitalizzano i ricordi. Tempi precisi. Luoghi identificati. Figure concrete. Concretamente amate. Figure di concreta bruciante nostalgia.
C’è consolazione, rimpianto, coraggio, in questo narrare. C’è mistero. C’è amore. C’è sentimento e coscienza del tempo.
Questo sentimento e questa coscienza portano l’autrice al suo nostos, alla discesa in interiore, allo sprofondamento nell’essere stata, ad una indagine condotta attraverso l’autobiografia pensata ed agita come metodo di conoscenza e di riconoscimento, di riflessione sul sé e sulla propria storia, la propria identità, ma anche sul senso dei valori ai quali ha creduto, ai quali crede.
Antonio Errico