Mi sono limitato a trascrivere e rendere comprensibile il “brogliaccio di versi” di Alfredo B., uno degli innumerevoli che mi è capitato di incontrare nei viaggi pendolari tra Napoli e Venezia. La sua storia, complicata e ripetitiva come quella del vecchio Giacomo Casanova, è talvolta cupa e ossessiva come quella del non più giovane Werther.
(G. M.)
"Mi chiamo Alfredo Bonadies, ho la barba sempre incolta e puzzo di treno. A forza di viaggiare su e giù per l’Italia mi sembra, a volte, di essermi liberato del passato. Ma poi, sul treno, ficcata in qualche scompartimento mezzo pieno o mezzo buio, come se fosse soltanto ieri che ci siamo visti per l’ultima volta, mi trovo a parlare fitto fitto con Diva, o con Ambra, Nuvola, Stella, Ossidiana, Luna…"
Giovanni Merloni, urbanista pittore amante della geografia e della scrittura, è nato nel 1945 a Roma dove è tornato a vivere negli anni Ottanta dopo un lungo decennio bolognese. Accanto all’acquarello e all’olio in pittura, non ha trascurato la narrativa (tre romanzi) e la poesia (una raccolta).