L'immaginazione sul Quebec

Martedì 27 Giugno 2006

L'immaginazione sul Quebec

 Si sa poco e nulla della poesia del Quebéc. Un interessante studio monografico contenuto nell’ultimo numero della rivista “l’immaginazione” approfondisce tendenze e filoni della poesia contemporanea di quella regione.
Ancora una volta il periodico culturale diretto da Anna Grazia D’Oria apre un’inedita finestra sulla letteratura di un Paese lontano culturalmente e finora sconosciuto nella nostra lingua.
Il fascicolo monografico, curato da Francis Catalano e Stéphane Despatie, presenta ventitre poeti che appartengono a età e orizzonti differenti. «È impossibile ­scrivono i curatori­ presentare un panorama della poesia quebecchese contemporanea, per quanto breve, senza trovarsi a fare i conti con le problematiche che stanno alla base della realizzazione di una antologia. E tuttavia qui, a voler essere precisi, non di un’antologia della poesia del Quebéc si tratta, ma piuttosto per così dire, di una fotografia: una istantanea di alcuni poeti ripresi e riuniti insieme a un certo stadio del loro percorso». Una fotografia venuta bene, senza alcuna sbavatura, che mette a fuoco, in maniera precisa, quello che accade nella poesia quebecchese contemporanea.
Il lettore italiano, grazia alla traduzione di Maria Teresa Carbone, Marco Giovenale, Laura Pugno, Michele Zafferano, riuscirà a farsi un’idea chiara e precisa di che cosa significhi fare poesia nel Quebéc.
«Sui sentieri ­scrive Anna Paola Mossetto nel saggio introduttivo­ dell’espansione ininterrotta del progetto poetico, la poesia del Quebéc avanza fra minimalismi, invettive, precarietà, fughe dal sogno. Ciò nondimeno è una produzione vitalissima che rivela l’urgenza della creazione, dello scri(vi)vere. Fra stanzialità precarie e peripli labirintici continua tutt’oggi il ‘viaggio abracadabrante’ di questo popolo francese-americano, secondo l’espressione del vate nazionale Gaston Miron, il compianto portavoce della rinascita quebecchese degli anni Sessanta. Per concludere, dunque, con le sue parole diremo che, ora come allora, la nuova poesia sa di essere ‘arrivata a ciò che comincia’».
Martin Audet, Claude Beausoleil, Mathieu Boily, Linda Bonin, Benise Brassard, Nicole Brossard, Francis Catalano, Paul Chamberland, Jean Paul Daoust, Carole David, Jean-Marc Desgent, Stéphane Despatie, Hélène Dorion, Danielle Fournier, Jean-Sébastien Huot, Benoît Jutras, Bertrand Laverdure, Hélène Monette, Pierre Nepveu, Yves Préfontaine, André Roy, Serge Patrice Thibodeau, Yolande Villemaire. Sono questi i poeti, notevoli e tutti da leggere, scelti da “l’immaginazione” per farci conoscere “la poesia del Quebéc oggi”.
Dopo aver letto le pagine della monografia possiamo sicuramente affermare che la foto di gruppo, che vede raffigurati i poeti più rappresentativi di quest’area linguistica, nell’insieme fornisce un’immagine chiara che ci permette di cogliere gli aspetti più immediati della poesia quebecchese contemporanea, il suo movimento, la sua mobile mutevolezza, ma innanzitutto il forte senso della sua appartenenza identitaria. Percorso tipico della cultura di una minoranza linguistica che introduce elementi interessanti in grado di sperimentare nuove forme di creatività favorendo, nella poesia in modo specifico, una sintesi intelligente tra postmoderno e tradizione.
Nicola Vacca su "Il Secolo d'Italia", 27 giugno 2006