Giovedì 26 maggio - ore 19.30
Fondo Verri
Via Santa Maria del Paradiso 8 - Lecce
Piero Manni e Mauro Marino presentano
Che dice la pioggerellina di marzo
Le poesie nei libri di scuola degli anni Cinquanta
L’albero cui tendevi la pargoletta mano; Ei della gondola, qual novità; Il morbo infuria, il pan ci manca; Eran trecento eran giovani e forti; O Valentino vestito di nuovo; Partì in guerra e mise l'elmo; La donzelletta vien dalla campagna...
Intere generazioni formatesi negli anni Cinquanta conoscono ancora a memoria i versi imparati a scuola, che siano opere di autori celebri o filastrocche dei “poeti dei banchi”, i quali scrivevano appositamente e unicamente per i testi scolastici: Pezzani, Angiolo Silvio Novaro, Ada Negri, Zietta Liù, Lina Schwarz, ma anche Diego Valeri, Moretti, Pascoli, Leopardi, Carducci e perfino D’Annunzio, accanto ai “patrioti” Bosi, Mercantini, Fusinato, Giusti.
In questa antologia sono raccolte le poesie più diffuse sui libri delle scuole elementari e medie di quegli anni, che dimostrano la continuità culturale e pedagogica della Repubblica con il ventennio fascista.
L’esaltazione dei valori quali religione, patria, famiglia, conformismo, etica del lavoro, propria del fascismo, prosegue infatti nel dopoguerra, e il libro di testo si conferma uno strumento di costruzione del consenso come era avvenuto nel passato.
Il volume ha una struttura per sezioni che riprende quella dei sussidiari dell’epoca, con i temi: Famiglia, Scuola, Affetti, Religione, Patria, Lavoro, Povertà e rassegnazione, Storia, Natura e Giocose.
Fatta salva l’ipotesi che quella letteratura non abbia guastato gli animi di un’intera generazione e non abbia fatto sopravvivere il consenso a una cultura retorica, guerresca e autoritaria, c’è da chiedersi cosa abbia trasmesso, che valori, che dubbi, che pensieri emergessero da quelle letture.
dall'introduzione di Piero Dorfles
ZIETTA LIÙ
Il bimbo va a scuola
Un bacio a mamma, uno a nonnetta,
il bimbo allegro a scuola va,
trotterellando in fretta, in fretta;
quante cosine imparerà!
Il primo giorno i col puntino,
un altro giorno o col pancione,
un altro impara a col piedino,
l’u viene appresso, nonno buffone!
Con l’occhialetto l’e birichina
il bimbo bravo conoscerà;
poi farà il nome della mammina
e a far di conto imparerà...
Corri, omettino, il tempo vola,
mamma ti guarda dalla finestra;
pensa a una cosa che la consola:
ch’è un’altra mamma la tua maestra.
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