Manni a Più Libri Più Liberi

 

da giovedì 6 a domenica 9 dicembre
Più Libri Più Liberi
Palazzo dei Congressi - Eur
Roma
stand E12
 
 
sabato 8
ore 12
Sala Smeraldo
 
VALENTINO PARLATO
La rivoluzione non russa
Quarant'anni di storia del manifesto

intervengono
Maurizio Landini
Corradino Mineo

coordina
Loris Campetti
 
 
sabato 8
ore 14
Sala Ametista
 
LAURA BOCCI
La Seconda India

intervengono
Novella Bellucci
Andrea Cortellessa

 
Valentino Parlato La rivoluzione non russa
Nel 1971 nasceva una delle esperienze politiche ed editoriali più singolari e interessanti del panorama italiano: il manifesto.
Dapprima gruppo a sinistra nel PCI, poi rivista e successivamente quotidiano, la storia del manifesto si è intrecciata con quella dell’Italia e non solo, sempre dalla parte delle minoranze, in prima linea nelle battaglie civili e per i diritti degli ultimi.
Valentino Parlato, come in un’assemblea politica sotto il fuoco di tante domande, si racconta e racconta dall’interno com’è nata e come si è consolidata l’idea “folle” di un quotidiano comunista e pacifista, i cui editoriali e prime pagine hanno fatto storia e scosso le coscienze; un giornale che continua a essere una voce indipendente, amata e odiata, scomoda per molti ma il cui valore è da tutti riconosciuto.

Laura Bocci La Seconda India
Il viaggio come conoscenza e come educazione sentimentale è il filo conduttore della storia di Giuliano, napoletano, con una famiglia d’origine ingombrante e molte difficoltà con le donne.
Durante un lungo soggiorno di studio in India, percorrendo in modo avventuroso con un gruppo di amici – indiani e occidentali – migliaia di chilometri on the road, Giuliano scopre un Paese affascinante e misterioso, incantevole e duro, dove coesistono modernità, arretratezza, e insieme la minaccia incombente di uno sviluppo troppo veloce e indiscriminato: questo mondo gli viene incontro proprio per la sua alterità, per la sua abissale distanza dal groviglio familiare da cui forse sono scaturite le difficoltà sentimentali ed erotiche.
E nel viaggio si intrecciano destini e vicende personali tra amori dolori incontri e assenze: un nuovo orizzonte si apre per Giuliano, attraverso la sua proiezione entro le pieghe vitali, le contraddizioni e le fascinazioni di quell’universo “altro”.

altre novità a PLPL

Luigi Malerba Ai poeti non si spara
a cura di Luca Archibugi

L’opera teatrale di Malerba ci pare spii, come di nascosto, la sorella: naturalmente, la sorella maggiore è la narrativa. Eppure, la spia del teatro rivela notevoli segreti, in particolare su uno dei temi centrali, quello del linguaggio.
Ciò che accomuna le pièces qui raccolte, che costituiscono la maggior parte del corpus delle opere scritte per il teatro e per la radio, è la visione chiara di come Malerba operi una doppia messa in scena: da un lato, lo scambio di parole, soltanto apparente, che informa e determina tutti i personaggi, che dialogano in modo consueto, scorrevole; dall’altro un piano sfondato in cui si mescolano lingua ed insensatezza che, elidendosi a vicenda, conducono al cospetto di un grottesco nulla abitato dagli umani, cui non rimane altro che celebrare tale cerimonia dell’assenza.
 
Uè paisà. Racconti dall’identità italoamericana
a cura di Carla Francellini

Il volume raccoglie alcune tra le voci più interessanti della scrittura italoamericana contemporanea in una brillante tessitura di accenti diversi e modulazioni narrative di singolare originalità.
La scuola cattolica di Tony Ardizzone; i fantasmi alle finestre di Sandra Mortola Gilbert; la mesa desolata di Adria Bernardi; i nonni di Fred Gardaphé; i telefilm della madre di Paola Corso, e la radio per quella di Maria Mazziotti Gillan; la ricerca di somiglianze in Lisa Ruffolo; e la voce che registra i suoni dell’acqua in Mary Caponegro spalancano le porte su un mondo in bilico tra due culture, e due lingue, quella della terra-madre, l’Italia, e quella della terra-nutrice, l’America; un mondo sospeso sul trattino tra italiano e americano, popolato dalle ombre spesso inquietanti degli avi.
Legati dal filo rosso di una discendenza quasi mitica dai progenitori italiani che osarono varcare le colonne d’Ercole, gli autori di Uè paisà re-inventano la loro identità servendosi della lente sfocata del ricordo – spesso di seconda mano –, mossi dalla necessità di ritrovare il tassello mancante nel loro mosaico identitario, di lucidare e far splendere di nuovo quella tessera opaca e magica che non consente di dirsi americani tout-court, bensì “americani di origini italiane”.
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Prima che sia peccato
L'omosessualità nella letteratura greca e latina
a cura di Piero Manni

Per i Greci antichi l’omo e l’eterosessualità avevano pari dignità culturale, in quanto la sessualità costituiva un momento della ricerca del bello, l’obiettivo prioritario della cultura greca; spesso anzi l’eterosessualità, istituzionalizzata nella famiglia, era considerata un dovere sociale per il quale il maschio era obbligato ad interrompere o almeno a diradare le sue relazioni gay, che rappresentavano invece il luogo dell’amore e del piacere.
Una normazione ancorata nella mitologia, nella filosofia e nella prassi sociale prima che nel diritto regolava i rapporti sessuali, che avvenivano sempre tra persone libere e consenzienti. Parliamo di cittadini maschi, in quanto donne e schiavi in pratica non erano portatori di diritti.
Anche gli antichi Romani furono bisessuali, e non per l’influenza della cultura greca ma ab urbe condita, con le differenze che il contesto geo-cronologico richiedeva.
Questa antologia raccoglie le testimonianze letterarie, i passi più belli, quelli più rappresentativi ed anche le volgarità goliardiche sul tema della bisessualità, prima che la morale cristiana, recependo le esigenze dell’ordine precapitalistico ne facesse un peccato, originando l’attuale discriminazione omofobica, tanto virulenta quanto irragionevole.
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Gialli d’Oriente
Racconti polizieschi dal medioevo arabo

Il libro raccoglie ventotto novelle poliziesche di autori dell’epoca abbasside (750-1258), ed è anche, insieme, un corso di arabo e un corso di islamistica che ci offre uno spaccato di vita quotidiana nella Baghdad medievale.
L’apparato di sorveglianza e punizione messo in piedi dalle autorità politiche – emiri o califfi, prefetti o governatori che indagano e scovano ladri e assassini – rivela una teoria del potere molto lontana dagli stereotipi di un Islam improntato all’applicazione pedissequa della sharia: principi e funzionari infliggono pene secondo una giustizia secolare che con le sue pratiche, dal metodo indiziario alla tortura ai supplizi esemplari, si pone spesso in diretto contrasto con le regole “garantiste” della norma religiosa.
Emerge l’affresco di una società vivace e variopinta, in cui trame oscure e loschi piani vengono smascherati dagli strumenti della volontà divina, siano questi una pulce o la perspicacia degli uomini, e in cui la fede si alimenta attraverso l’intelligenza e il ragionamento.

I racconti sono disposti in ordine crescente di difficoltà, testo in arabo con vocalizzazione e traduzione italiana, note grammaticali, lessicali e culturali. A fine volume, un apparato didattico e un vocabolario riepilogativo italiano-arabo e arabo-italiano.
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