La prima sensazione che ci procura la lettura del saggio di Alberto Sebastiani Le parole in pugno edito da Manni, è quella di una magnifica scorrevolezza del testo, che scivola via dentro una fresca e dotta ricerca di temi, problemi, mete, autori, titoli e riferimenti storici.
Il saggio, che è sottotitolato Lingua, società e culture giovanili in Italia dal dopoguerra a ogg, verrà presentato domani pomeriggio, alle ore 18, nella libreria Coop del Centro Torri da chi scrive e dall'autore che è docente di linguistica e critica letteraria all'Università di Bologna, e che ha già prodotto alcuni interessanti testi sulla nostra letteratura novecentesca.
Le parole in pugno si presentano come un testo composito che si muove verso molte direzioni, allargandosi o restringendosi come le pupille dei gatti a seconda dei fasci luminosi o oscuri che lo colpiscono.
E' un libro di memoria, di cronaca e di storia allo stesso tempo, ed è un'opera che cerca di raccontare la vita italiana (con i necessari riferimenti a quella europea e americana, s'intende) nello scorrere tumultuoso che la fine della seconda grande guerra innescò principalmente nella cultura giovanile del Paese, ma non solo.
Sebastiani attraversa dunque la seconda metà del Novecento con occhi e orecchi ben aperti, squadra il dramma dell'Italia «liberata», e poi quella degli anni della guerra fredda, del benessere, delle vacanze, della Lambretta e della Vespa, dei teddy boys, dei flippers e dei jukebox, della contestazione, del «pugno chiuso», dei giovani a ogni costo, della Chiesa cattolica, del Pci, e degli Anni Ottanta che concludono il viaggio. In tutto questo, quale ruolo occupa la cultura e la letteratura in particolare? Sebastiani è molto attento a non lasciarsi sfuggire di mano l'intensità del confronto. Dunque; non solo Coppi e Bartali, ma Testori, Guareschi, Malaparte, Bianciardi, Moravia, Parise, Buzzati, Ottieri, Pavese, Fortini, Arbasino, Pasolini, Morselli, e molti altri autori che Sebastiani segue nei loro libri e accompagna nelle testimonianze di un'epoca incredibilmente ricca di idee, suggestioni e contraddizioni non soltanto in campo giovanile, ma nella politica, nello sport, nel giornalismo, nel cinema, nella pubblicità e nel gran mare dei comportamenti pubblici che definiscono l'immaginario collettivo così efficacemente sentito e golosamente vissuto nel suo farsi ed essere ancora adesso tanto vivacemente operante.