Una vita al rallentatore, di Sara Poletto
«Sì che gliene aveva dedicato del tempo la poveretta a quell’attività. Quando lui l’aveva spronata, ci si era messa quasi tutti i giorni appresso alle pratiche. Solo che quello che scriveva un giorno, il giorno dopo lo strappava. Tutto le sembrava ingiusto nella vita. Tutto le spezzava il cuore. A tutto avrebbe voluto dare una regolata, una sterzata. Tutto avrebbe voluto correggere, tutti i dolori lenire, le giustizie far vincere». È una vita al rallentatore quella di Elisa Dentera, una bozza di obiettivi auspicati e mai raggiunti, un singhiozzo di relazioni incompiuti. Una laurea in giurisprudenza con il massimo di voti non sembra assicurarle il futuro né tanto meno una brillante carriera. Eppure Elisa di avvocati ne ha conosciuti molti ed ha lavorato in diversi studi ma solo come segretaria o archivista, perché il coraggio per affrontare una causa le manca. In questo romanzo di Angela Scarparo è in scena sin dalla prima pagina, la solitudine di una trentacinquenne che vaga alla ricerca di non sa neanche lui bene cosa; forse un colpo di fortuna oppure un salvatore, un uomo capace di accudirla, di assumersi l’onere di una sopravvivenza cui lei non sa provvedere, perché Elisa è una bambina con l’inconsapevolezza di un’infanzia che non le appartiene più. In fondo, dietro l’inettitudine e l’egoismo della protagonista, una motivazione c’è, nascosta tra le piaghe di una famiglia di emigranti, dietro l’avidità e l’ignoranza del padre e dello zio, sotto la sofferenza senza riscatto della nonna e della sorella. Cresciuta nel rispetto delle apparenze, Elisa è frivola ed egocentrica, fallimentare in tutti i rapporti ma ancor di più con gli uomini, che sono per lei quasi un’ossessione ma con la cui immaturità è continuamente a fare i conti.