Un pittore in parole, di Perla Maria Gubernale
Antonello Carbone, giornalista etneo del Tgr Rai Sicilia, ha scelto la perla dello Ionio come ambientazione del suo primo libro, edito da Manni. Una trama a metà tra un giallo e uno «spaccato di storia siciliana» il cui protagonista, il cronista-detective Giacomo Cassisi, è un po’ il suo alter ego e un po’ «il modello a cui vorrei rifarmi», confessa. Con una storia avvincente dalle tinte fosche, tra indagini serrate e misteriose figure femminili. E un riferimento alla realtà locale, fatta anche di «poteri forti e connivenza», spiega l’autore.
Un noir sicilianissimo sullo sfondo di una Taormina d’altri tempi incastrata nel presente, tra indagini serrate, intrighi avvincenti, personaggi misteriosi e un protagonista, Giacomo Cassisi, che è l’alter ego dell’autore, ma allo stesso tempo il modello a cui si ispira. E’ la ricetta di A Taormina, d’inverno, il romanzo di Antonello Carbone, giornalista catanese del Tgr Rai Sicilia che con questo volume, a metà tra un giallo e uno «spaccato di storia siciliana», segna il suo brillante esordio nella narrativa dopo una lunga carriera da cronista. Con una trama per cui si è trasformato in «un pittore in parole», come lo definisce la collega e amica Antonella Gurrieridurante la presentazione di giovedì scorso alla libreria Feltrinelli. Forse perché «come Cassisi amo il disegno – spiega l’autore – e in questo libro mi sono concesso la libertà di scrivere cose che nei servizi del telegiornale non posso permettermi a causa dell’esigenza di sintetizzare tutto».
Una vicenda ambientata tra Taormina, Castelmola e Catania, località che l’autore ammette di conoscere molto bene. Il romanzo si apre con l’omicidio, commesso all’alba di un freddo giorno di inizio gennaio, di Efre Vazzini, giovane rampolla di una potente famiglia di imprenditori locali. Un caso che scuote la routine di Giacomo Cassisi, giornalista di un quotidiano regionale, che decide di indagare sulla morte della ragazza seguendo il suo intuito da cronista e il suo animo d’artista, ricercando tracce celate anche dietro il titolo di una canzone o il dettaglio di un quadro. Sullo sfondo appare prepotente la presenza di ventaglio di personaggi femminili: l’amica del cuore Elena, la stiratrice Angela, la seducente Irina, la sofisticata baronessa Rosalia, la collega Simona, l’indecifrabile Eylis e soprattutto un volto di donna che egli stesso ritrae senza però conoscerne l’identità.
Il libro, edito dalla casa editrice Manni e presentato al Salone internazionale di Torino, «è nato in tre parti», precisa l’autore. «Il primo capitolo – racconta – l’ho scritto tanto tempo fa con una matita che ancora conservo». Prima di prendere la forma di A Tarmina, d’inverno, il manoscritto «è rimasto a lungo nel mio casetto, finché non è venuta fuori la storia, che ho buttato giù come se me la dettassero». Che però fino all’ultimo non è rimasta immune a cambi e modifiche, fino a ridursi a 140 pagine «serratissime, con un intrigo avvicente. O almeno è quello che mi dicono i lettori, perché io sarei di parte», ironizza.
Il protagonista, Giacomo Cassisi, ha in comune con l’autore «il look, la professione e una parte del carattere», spiega Carbone. La scelta di affidare le indagini ad un cronista è stata quasi obbligata. «Di commissari e investigatori non ne mancano – sottolinea – e poi perché non saprei raccontare se non di un giornalista», ammette. Un giornalista «sensibile, galante, furbo, che sa farsi le giuste amicizie negli ambienti giusti, che vuole scoprire la verità, che sa vivere e non calpesta i piedi», lo descrive Antonella Gurrieri. E che, come nella vita reale di molti professionisti dell’informazione, ha difficoltà a fare il suo lavoro. «Il potentato locale gli impedisce di far venir fuori la verità ponendogli davanti moltissimi ostacoli», spiega l’autore. Anche qui, la scelta narrativa non è casuale. «Il romanzo è una trasposizione della realtà e come nella realtà esistono i poteri forti e la connivenza», precisa. «Se devo essere sincero – confessa Carbone – Cassisi non mi somiglia a tutti gli effetti, ma è il giornalista di riferimento a cui vorrei rifarmi».
Una delle particolarità del volume è la sensazione di trovarsi in due ere diverse. Uno «scambio di epoche» che avvolge il lettore, passando dal presente degli ambienti interni al passato dei paesaggi di una bellezza senza tempo, che sono rimasti gli stessi di mezzo secolo anni fa. «Taormina è quella delle foto in bianco e nero, descritta da poeti, narratori e artisti. Nella stessa Taormina si muovono figure moderne», spiega l’autore. Non mancano poi riferimenti al mondo dell’arte e della musica. Il protagonista è un cultore della pittura e ama disegnare, e ogni capitolo del libro è aperto dal titolo di un classico della canzone italiana.
Ma a vincere è certamente la presenza delle donne. «Cassisi viene definito un latin lover, ma alla fine non fa niente», scherza Carbone, che però sottolinea come i personaggi femminili abbiano dato la piega definitiva alla sua storia. «Se si deve descrivere qualcosa di intrigante e misterioso non possono non esserci le donne – precisa – la loro presenza mi ha sicuramente aiutato a sviluppare l’intrigo». L’essere circondato da figure in rosa, poi, è un altro degli elementi che l’autore ha in comune con il suo personaggio. «Nella vita ho moltissime amiche e grazie a loro ho avuto modo di conoscere tutte le sfumature dell’universo femminile», racconta. In un mix, come per tutti gli atri personaggi, tra realtà efantasia. «Alcuni sono totalmente frutto della mia immaginazione, altri invece sono la sintesi di due o tre persone che ho incontrato nel corso della mia carriera».
Dopo la presentazione catanese, Carbone porterà A Taormina, d’inverno in giro per la Sicilia, in un tour che lo impegnerà per tutta l’estate. Con l’idea, ancora in cantiere, di un nuovo volume con protagonista il suo gionalista-detective. «La seconda storia esistegià», anticipa l’autore. «Inizialmente non volevo dare ulteriore spazio a Giacomo Cassisi – ammette – ma mi hanno convinto a riprendere il personaggio, anche se posso già dire che nella prossima avventura cambieranno molte cose, tra cui la location». E se il secondo capitolo della storia è ancora in forse, per il primo potrebbe presentarsi l’eventualità di vedere Cassisi non solo attraverso la scrittura. «Se ci sono le possibilità di tirarne fuori una scenaggiatura, perché non imbarcarsi in questo progetto?», si chiede l’autore. Anche se la soddisfazione più grande è già arrivata. «Vederlo esposto al salone di Torino è stata un’emozione enorme – racconta Carbone – insieme a quella di essere riuscito a far diventare la mia storia un libro da riporre in libreria insieme ai miei preferiti».