Antonietta Langiu: in un libro le memorie di Sardegna, di Pierpaolo Pierleoni
Raccontare un dolore, un’assenza. Scavare attraverso la memoria per riscoprire un rapporto intenso ma impervio, una terra d’origine come culla di ricordi, ma anche della propria identità. Antonietta Langiu ha costruito la propria vita a S. Elpidio a Mare, ma le sue radici restano in Sardegna, a Berchidda, dove è nata. Insegnante per molti anni, ha da poco pubblicato il suo terzo libro, dopo la raccolta di racconti sardi Sa contra (1992) e il romanzo Sas paraulas (1999).
Si intitola Lettera alla madre, e la scrittrice ripercorre i propri ricordi attraverso dialoghi, confronti, episodi, tappe centrali della propria vita. Per mezzo di una scrittura intensa e coinvolgente, fatta di silenzi e riflessioni, la Langiu accompagna il lettore in un percorso malinconico: una bambola, un discorso, una casa, i primi viaggi, la scuola, affiancando emozioni ad un ritratto nostalgico di una Sardegna indimenticata. “C’è una vena di tristezza – racconta la scrittrice – dettata in particolare dal fatto che in fondo non appartengo a nessun luogo. La mia vita da più di quarant’anni è nelle Marche. Qui ho lavorato, qui ho costruito una famiglia, e non saprei vivere altrove. Ma non è, e non potrò mai sentirla come la mia terra. D’altro canto, neanche la Sardegna di oggi è mia. Un’isola ormai “continentalizzata”, che non riconosco, così profondamente distante da quella della mia giovinezza, di mia madre, dei racconti che scrivo”.
Infatti, pur tornando alla città natale nelle sue storie, l’ispirazione non le viene mai nei momenti in cui torna a trovare la sua isola. “E’ molto raro che scriva quando sono in Sardegna – racconta – Invece, maggiore è la distanza da quei luoghi, e più facilmente mi sento ispirata. Ad esempio scrivo spesso quando sono in aereo, quasi che stare a migliaia di metri d’altezza mi avvicinasse ai miei pensieri più profondi. Scrivo molto anche quando vado a trovare mia figlia, che vive in Danimarca. Come se allontanandomi mi riavvicinassi ai miei ricordi”. Lettera alla madre, edito da Manni, ha di recente ricevuto il prestigioso apprezzamento di Giorgio Barberi Squarotti, critico letterari e saggista di livello internazionale, che ha scritto alla Langiu per complimentarsi dell’ottima opera, definendone la scrittura “limpida, lucida, passionata”. Con quest’ultima uscita non si arresta comunque la vena creativa della scrittrice. Il prossimo mese pubblicherà infatti una serie di dieci racconti, con versione in italiano e spagnolo, tutti impreziositi da incisioni del marito Ottorino Pierleoni. Sono già quasi pronti inoltre, in attesa di essere rivisitati, due nuove raccolte di racconti.
Storie attraverso cui Antonietta Langiu restituisce vita al passato più caro perché, come nel libro le dice una Sibilla (nella realtà si tratta della scrittrice Joyce Lussu, di cui fu molto amica e che la sostenne e incitò per la prima pubblicazione), "L'uomo è fatto di ricordi; senza di essi non esisterebbe. Sono la spinta insopprimibile a vivere e continuare ad amare".