Amanti eterni fra le pieghe di un libro, di Alessia Veronese
Antonio Bimbo nasce in pieno boom economico in un quartiere proletario di Ferrara che ha messo a dura prova il suo carattere contemplativo. Le amicizie giocate sulle strade che interrompevano i campi, gli hanno dato la possibilità di capire come scalfire la superficie delle persone, trovando perle racchiuse in gusci serrati. L'odore del pane sfornato di mattina presto dall'unico negozio dell'intera zona, le urla dei giochi e delle liti, le trecce bionde di Patrizia che per prime sono riuscite a fargli brillare gli occhi e scompigliare i sensi, lo hanno accompagnato a lungo nel suo cammino verso una professionalità che oggi lo vede protagonista nel campo della relazione professionale d’aiuto nei diversi aspetti che riguardano il settore sociale e quello psicologico. Su queste tematiche ha già pubblicato qualche libro tecnico, senza mai dimenticare l’amore per il racconto, il teatro e il cinema. Ubbidendo ad un istinto che per alcuni anni ha maturato dentro di sé è arrivato alla narrativa con Dove nascono i sogni, pubblicato da Manni Editori. Verso sera un treno parte e si lascia alle spalle le luci di un nuovo giorno. Su quel treno un uomo e una donna s’incontrano in modo particolare, intimo che permette di comunicare al di là delle parole e del tempo. Così lui le racconta una storia. Quella di un marinaio sbarcato su un’isola della Grecia dove vive Ioanna dagli occhi neri e limpidi. L’amore unisce il marinaio e la donna facendogli vivere giorni d’intensa passione, dove realtà e sogno si mescolano con il mare e la sua isola. Poi, un giorno che somigliava ai tanti giorni trascorsi insieme, lui sente l’impulso di tornare al suo paese, strappandosi a lei ma non a quell’amore. Si riassume così la prima parte del libro di Antonio Bimbo Dove nascono i sogni”. Ci spiega che l’intero romanzo vuole essere una metafora sulla permanenza dell’Amore e del Sogno. Su come questa coppia misteriosa sfidi la fugacità delle cose nel mondo e riveli la presenza di una realtà profonda e trasversale, degna di essere ricercata e assaporata, al di là dei segni apparenti e dei luoghi comuni. Una realtà in cui è possibile ritrovare il senso e il valore di un prima e di un dopo. I protagonisti scopriranno che essere amanti eterni, continuare a cercarsi e ritrovarsi, sarà il loro karma. Quando Antonio Bimbo ha iniziato a pensare al racconto che è diventato il libro in questione aveva in testa solo alcuni frammenti di questa storia: un uomo che parte e si ritrova solo con se stesso, è giovane, ama cercare e trova una donna che gli sembra abbia, così come per uno strano scherzo del destino, o semplicemente come un dono della natura, quello che lui sta cercando. Poi un altro importante episodio è nato con degli amici che fanno teatro e che gli chiedono di arrangiare una storia. Così la matassa viene portata alla luce con l’intento di trovarne un bandolo. Ne esce una rappresentazione che nella parte iniziale somiglia moltissimo a questo libro e ne porta lo stesso titolo. Poi un viaggio per mare, fatto dall’autore, ingarbuglia ulteriormente la matassa che s’intreccia con altri fili. Da lì la consapevolezza che la storia d’amore tra i due protagonisti è una metafora, ancora in via di sviluppo, che andrà molto più in là di loro stessi. La situazione si arricchisce e i personaggi cominciano a vivere di vita propria e all’autore sembra di scrivere seguendo semplicemente le loro mosse, i loro pensieri. L’isola greca con le sue spiagge, i suoi colori e la salsedine che sembra quasi di sentire nelle narici, non è mai stata così vicina alla nostra Ferrara, ai suoi spazi ancora verdi al carattere conviviale che si ritrova intorno alla sua cucina, alle biciclette che la distinguono ancora oggi. Ne esce un mosaico di tempi e luoghi che colorano le vite di personaggi diversi uniti da un filo che diventa la struttura portante del racconto. Un racconto che fa pensare a Rilke, quando diceva che se due si amano qualcosa rimane scritto per sempre lassù, oltre le costellazioni.