Carla Cantone, Di lotta e di memoria

12-05-2014

"Noi non dobbiamo fare la guerra a Renzi"

"Renzi ha vinto, e' il segretario del Pd, e' il mio segretario, e' il presidente del Consiglio del mio Paese". Carla Cantone, la leader dei pensionati della Cgil, non ha nascosto la sua preferenza per lo sfidante nelle primarie del Pd, ha sostenuto Gianni Cuperlo ma ora sottolinea che con l'ex sindaco di Firenze bisogna farci i conti e non stare sulla difensiva.
Nel libro intervista di Massimo Franchi dal titolo Di lotta e di memoria - perche' il sidnacato ha ancora un ruolo (Manni Editori), la segretaria dello Spi, la categoria che ha la maggioranza degli iscritti del sindacato di corso d'Italia, guarda oltre le primarie: "Noi con questo partito vogliamo mantenere dei rapporti dialettici, costruttivi. Io riconosco Renzi, restando libera di contestare la sua linea ogni volta che non la condivido". Una Cgil autonoma quindi dal Pd, quella delineata da Cantone, con facolta' di critica, ma capace di costruire un "rapporto costruttivo" con Renzi. O almeno con un rapporto, verrebbe da dire.
La 'pasionaria' dello Spi analizza cosi' il fenomeno Renzi: "Penso che rappresenti una generazione di giovani che con la scusa di non voler piu' perdere, di cominciare a vincere, sta cambiando profondamente gli ideali che hanno caratterizzato la storia della sinistra nel nostro Paese, considerandoli vecchi ideali di un tempo che non c'e' piu'". Una lettura del rottamatore che Cantone ha avuto fin dall'inizio, avvertendone i rischi. Per questo ha deciso di sostenere Cuperlo, "perche'- spiega nel libro del giornalista dell'Unita'- pensa a un partito nuovo, senza sbarazzarsi della storia, delle radici che ha sempre rappresentato le condizioni dei piu' bisognosi".
Cosi' pero' si e' schierata con il perdente. "Lo sapevo benissimo- dice la sindacalista- ma l'ho fatto lo stesso, perche' pensavo e penso che dentro questo nuovo partito deve comunque vivere un'area che rappresenti quei valori". A chi le fa notare che la leader della Cgil, Susanna Camusso, ha deciso di non schierarsi, Cantone non nasconde il suo disappunto: "Avrei voluto che il mio sindacato fosse maggiormente impegnato per la battaglia delle primarie del Pd, disimpegnarsi non e' stato utile, non va mica bene, non si fa". Se la Cgil fosse "scesa in campo", Renzi avrebbe comunque vinto ma "avrebbe avuto un peso minore, c'e' il rischio di piangere sul latte versato". Detto cio', la leader dello Spi invita la Cgil a guardare avanti e invita appunto a "costruire rapporti, in autonomia, ma costruirli"
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