Montefusco, i versi? Sono le note musicali dei sentimenti, di Nicola Vacca
La poesia può plasmare le forme della ragione? A questa domanda Carla Montefusco cerca di dare una risposta nel suo nuovo libro.
Lo stupore della ragione si presenta subito come il tentativo riuscito di catalogare la dolcezza smarrita della razionalità umana. «La poesia – scrive l’autrice – è una lente attraverso cui si può guardare la realtà con occhio razionale e insieme sorpreso. La poesia è ricerca di sé e del senso delle cose nello scorrere della vita, è testimonianza e presa di coscienza del presente e del passato. La poesia è la forza che vuole ricomporre le dissonanze, come in una mirabile partitura musicale».
Incredibile ma vero, anche la ragione può stupire: se sapremo ascoltare incantati i frammenti spezzati della vita che si ricompongono in una danza di ore che sprigiona le passioni.
Queste ed altre intuizioni inventa la Montefusco nei suoi nuovi versi per raccontare l’autentico moto del sentire che muove l’intero ciclo delle passioni umane: «… Noi canteremo lo stupore delle stelle / L’infinito degli infiniti spazi siderali / Seguiremo il rumore del vento / Quando ogni segno di bellezza / Tutto intorno tace / Tracceremo unito tutto ciò che è distinto / E coglieremo il vero / Senza dissonanza».
Carla Montefusco si rivolge alla realtà con l’intento di ricomporne il disordine. La poesia è la forza da cui trae nutrimento la musica dei sentimenti. A questa grande potenza visionaria la poetessa si rivolge per ricondurre all’armonia unitaria i frammenti esistenziali del tutto dispersi nel grande caos dell’universo.
A questo punto, per una paradossale magia, l’autrice si appella allo stupore del verso, si rivolge ai deserti silenzi della mente con la gentilezza antica dei sentimenti «E splende la ragione / Nell’abisso profondo senza luce / Immobile risplende / In sé raccoglie e in sé contiene / L’immensità dell’emozione/ La lucida passione».
Dentro il cure dei pensieri sta il poeta ubriaco di sensazioni che si incammina sul sentiero infuocato della ragione.
Il poeta sta sempre dove scorre la vita, non può essere in un altro luogo. Le scintille della sua creatività finiscono per illuminare persino le stelle fredde della ragione.
Nello stupore della ragione la Montefusco trova un altro motivo per ribadire tutto il vero che comunica la passione incendiaria della poesia: «Di tutto rimane un sentimento / Un canto teso all’infinito / Il punto della geometria / Un breve incanto». La storia di un’anima che si abbandona alla musica dei sentimenti.
Nella poesia di Carla Montefusco «la dolce nenia dell’amore» afferra per mano la ragione e la conduce dove le parole non ingannano la vita, dove risuona lontano l’eco della magia e dell’incanto.
Qui splende persino la ragione, che grazie alla poesia scopre di avere un cuore che batte senza fermarsi per ricomporre nell’armonia il senso di tutte le cose.
La parola poetica può fare miracoli.
La ragione, agli occhi della sua verità, non è più quel sigillo freddo che pietrifica ogni cosa. La poesia è una luce che è capace di illuminare quei luoghi che l’oscurità crede di aver conquistato.
La sua felicità di stupire rende umane anche le pagine più fredde della ragione che genera mostri.