Chicchi

10-05-2009

I piccoli libri, Chicchi preziosi di storie intense, di Giuseppe Pederiali

Negli anni Sessanta andavano forte i piccoli (come dimensione fisica) libri pubblicati dall’editore Vanni Scheiwiller in collane come la famosa«All’insegna del pesce d’oro» (specialmente poesia), o «Narratori» che dedicava una particolare attenzione a quelle opere che i grandi autori non consegnavano ai loro abituali editori perché troppo brevi o speciali. Insomma, delle vere e proprie chicche, qualcuna meritatamente entrata nell’olimpo dei classici, come il racconto «L’opzione» di Vittorio Sereni.
I piccoli libri (non tascabili, da taschino) piacciono, ed esistono degli appassionati che li raccolgono in tutto il mondo. Il più grande collezionista italiano è Giuseppe Somenzi. Certo il mercato non li assorbe facilmente: faticano a emergere nel mare delle librerie, tra cavalloni prepotenti e colorati, e sono destinati a un pubblico di raffinati estimatori.
Una collana di minilibri che ricorda molto quelli di Scheiwiller, seppure in una veste grafica più moderna, la sta lanciando l’editore Manni di San Cesario di Lecce. Si chiamano «Chicchi»: copertina rossa o nera con chicchi sparsi (opera dei grafici Roberto Gorla e Michela Barbiero), formato 11x16,5, pagine mediamente 30, prezzo fisso 5 euro.
Ogni titolo un racconto, scelto per la qualità, ma anche allo scopo di rappresentare al meglio lo stile e le tematiche di quel particolare autore. Ormai sono più di quindici, tutti di scrittori noti. C’è Sergio Pent con «Il cellulare», storia struggente della prima volta di un ragazzino di fronte alla morte di una persona cara. Magistrali le ultime righe del racconto.
Antonio Debenedetti in «L’ultimodandy» disegna la figura del signor M., un dandy degli anni Trenta, l’ultimo di una genìa cancellata dal cattivo gusto e dalla distrazione dei nostri giorni.
Con «Maschere serene e disperate» Raffaele Nigro compone un amarcord dove, al contrario di quello felliniano, insieme alla nostalgia per la terra e per le persone, emerge la volontà di ricordare (e così recuperare) le tradizioni legate alla religione,alle credenze popolari, alla storia grande e piccola.
Alphonse De Sade è il protagonista del racconto di Roberto Barbolini «Sade in drogheria». Seguiamo il divino marchese in occasione del suo viaggio in Italia, dopo la fuga dalla Francia dove qualcuno (a cominciare dalla suocera) lo vuole morto. Ritroviamo il Barbolini narratore raffinato e divertente, perfetta guida per De Sade tra bordelli e drogherie.
Bravo e funambolico Dario Voltolini in «Fabio»: storia di una strana creatura finita nel letto del protagonista. Ma forse Fabio è meno strano di quel che sembra.