Un difficile conto in sospeso con la nostra coscienza, di Nicola Vacca
La poesia ha il compito di mettere l’uomo al centro della sua azione concreta. Il poeta scrive quello che pensa, guarda con autentica partecipazione a quello che accade nel mondo, stando sempre dalla parte dell’essere umano e delle sue ragioni. Christian Tito in Dell’essere umani è un giovane poeta che non si stanca di cercare l’uomo.
Anche la nostra poesia è scioccamente influenzata da un gioco pirandelliano delle parti che finisce per viziare quella che dovrebbe essere la sua missione più autentica, dare corpo con la parola al cuore del mondo.
Tito scuote con la ricchezza interiore della poesia il nostro mondo addormentato dall’omologazione del pensiero debole e invita tutti gli uomini a leggere dentro le oscure ragioni sentimentali delle coscienze, l’unico posto dove fare i conti con se stessi. «C’è chi perde e non riesce più a tornare, chi non riesce a sopportare il peso delle delusioni così frequenti in quei luoghi ignoti, chi perde la vita perché è stato attratto realmente da una strada sbagliata, perché è vero: di strade sbagliate ce ne sono, ma non è certamente indicato il loro ingresso».
L’avvertenza suggerisce Christian Tito è epocale, come le certezze spirituali della sua poesia che sanno esplorare con l’umiltà dell’anacoreta le ferite fragili dell’animo umano.
Di fronte all’atteggiamento storico dell’uomo, che decide per libera scelta di non essere, il poeta diventa il guerriero dell’identità e sembra, sottovoce, invitare noi tutti, che di questo mondo facciamo parte, a riappropriarci di quel potenziale umano che per una strana forma di codardia forse non siamo in grado di liberare: «Non c’è più amore / non ci sono più i sentimenti / fredde emozioni che fanno capo solo a me stesso / emozioni di morte di tensione dov’è la luce? / la cerco e lei non c’è / la vedo ed è solo un riflesso / sono stanco di non riuscire più a ridere / vi guardo e non capisco perché voi lo facciate / lasciatemi solo / voglio stare solo / voglio capire perché solo così / mi sento in compagnia di qualcuno».
Christian Tito è un poeta che osa con la preghiera del cuore di fronte al caos in cui si trova il pianeta Terra.
La certezza interiore di raggiungere la meta dell’umano troppo umano è al centro della sua ricerca. Nonostante le ossessive oscurità cosmiche il poeta non si spaventa e coraggiosamente tende l’arco della sua poetica verso la luce.
Nella sua poesia troviamo finalmente l’uomo che si fida ciecamente delle percezioni e si lascia andare alle sue sensazioni. Con il cuore in fiamme tutto s’incendia. Nella poesia di Tito la passione che ha sempre ragione non cede mai il passo alla fredda ragione che mina la pazienza delle radici.
La vita è sempre unione di tutte le cose nell’armonia dell’amore. Questo è il messaggio che giunge al mondo dall’uomo nuovo di Christian Tito.
Ezra Pound scrive che il compito del poeta è quello di riempire il caos. Il nostro giovane autore, nonostante le numerose incomprensioni dettate dalla violenza delle parole, è riuscito a mettere in pratica il fondamentale insegnamento del grande poeta americano.