Ancora Vendola
L’Osservatorio di Comunicazione Politica dell’Università del Salento ha registrato le mosse dei media, sia quelli della tradizione audiovisiva e della carta stampata, sia quelli legati alla Rete. Compaiono in questa ampia indagine le parole dei candidati acquisite da Facebook, da YouTube e da Internet, le loro dispute e le differenti maniere di rapportarsi ai nuovi mezzi. Non mancano analisi dettagliate su come la tv e la stampa hanno rappresentato una campagna ricca di colpi di scena, che ha fatto della Puglia un epicentro delle trasformazioni politico-comunicative italiane. Il volume è stato presentato la scorsa settimana a Bari alla presenza degli stessi protagonisti che hanno curato le campagne elettorali dei contendenti alla carica di governatore pugliese. Nell’occasione, Felice Blasi in una recensione al volume pubblicata sul «Corriere del Mezzogiorno», si è soffermato sulla novità del «fenomeno delle Fabbriche di Nichi, una versione più strutturata dei comitati di partecipazione civica nati nel 2005 a sostegno della prima campagna di Vendola. Gli interrogativi che attraversano tutta la ricerca sono essenzialmente due: quanto hanno contato il cyberspazio vendoliano e le Fabbriche nella vittoria del candidato? E qual è il loro livello di democraticità? Sono domande a cui gli autori non danno una risposta definitiva: Cristante ammette che la percezione pubblica e la rappresentazione virtuale di Vendola non si è tradotta in una netta affermazione di maggioranza, poiché «come si potrà vedere dai risultati -ricorda -la vittoria del centrosinistra sarebbe stata ben più ardua se il Pdl e l’Udc/Io Sud avessero avuto un unico candidato». E nel saggio conclusivo del sociologo Carlo Formenti, «Considerazioni sul futuro delle Fabbriche di Nichi: comitati elettorali o cybersoviet?» , pur in una lettura positiva del fenomeno delle Fabbriche, ne sottolinea i rischi di populismo mediatico, di rapporto carismatico tra leader e cittadini, di americanizzazione e di berlusconizzazione che potrebbero avere sullo stile politico di Vendola».