Daneila Beolchi, Canti del giardino

08-01-2013

Letture, di Giuliano Ladolfi


«La natura mi parla» e la scrittrice dà voce alla natura, anzi diventa la voce della natura. In una concezione olistica anche l’uomo ne è parte integrante e, quindi, non solo se ne deve prendere cura, ma anche essere consapevole di rappresentare la sua autocoscienza. E allora la Beolchi si pone in meravigliata contemplazione per cogliere l’invito di Charles Baudelaire: «È un tempio la Natura ove viventi pilastri a volte confuse parole mandano fuori». I castagni si meravigliano, il calicanto si apre alla speranza, la margherita risale da chissà quale memoria, le mimose fioriscono per insegnare la gratitudine e così via in tocchi delicati, ma decisi, finalizzati a scrivere le partiture sinfoniche dei diversi elementi del giardino